
Ha tentato la fuga in Venezuela dopo un duplice omicidio, ma è stato fermato all’aeroporto di Barcellona. Gennaro Maffia, 48 anni, è accusato di aver ucciso i suoi due coinquilini nell’appartamento che condividevano al sesto piano di un palazzo in Piazza dell’Unità, a Bologna. Le vittime sono Luca Monaldi, 54 anni, originario di Arezzo, sgozzato con un’arma da taglio, e Luca Gombi, 50enne bolognese, ucciso con una profonda ferita all’addome. I tre uomini condividevano la casa da alcuni mesi.
Al centro del possibile movente ci sarebbe una disputa economica legata alla risoluzione del contratto d’affitto. Secondo le indagini della squadra mobile, tra Maffia e gli altri due coinquilini esisteva un accordo verbale per liberare l’appartamento in cambio di 20mila euro. L’intesa era necessaria per consentire la vendita dell’immobile, già in trattativa con un acquirente. Tuttavia, sembra che il denaro non sia mai stato versato, e che le crescenti tensioni abbiano innescato l’escalation di violenza.
Giovedì scorso, pochi giorni prima del delitto, Maffia si era recato in banca e aveva riferito al direttore di filiale che qualcuno gli aveva sottratto denaro dal conto. Aveva anche espresso rancore verso i coinquilini, affermando: «La pagheranno». Una frase che in un primo momento era apparsa come un semplice sfogo, ma che oggi suona come un sinistro presagio. Secondo gli inquirenti, da lì a poco si sarebbe consumata la violenta aggressione.

L’uomo, nato in Italia ma cresciuto in Venezuela, viveva nell’appartamento da ottobre 2023. Dopo il delitto, ha preso un volo dal Marconi di Bologna diretto in Spagna, dove è stato intercettato e fermato il 2 giugno dalle autorità all’aeroporto El Prat di Barcellona, mentre si apprestava a prendere una coincidenza. L’arresto è stato eseguito in esecuzione di un mandato europeo, richiesto dalla Procura italiana.
Il quartiere della Bolognina è sotto shock. Luca Gombi era ben conosciuto nella zona: «Abitavano qui da generazioni», racconta una vicina. «Conoscevo bene anche il compagno, erano clienti del mio ristorante, persone tranquille». Anche il secondo uomo ucciso, Luca Monaldi, era molto noto nel suo paese d’origine, Terontola, frazione di Cortona, in provincia di Arezzo. Aveva lavorato per anni nel negozio di famiglia e come ambulante nei mercati della Valdichiana e del Trasimeno.
Dopo aver conseguito il diploma all’istituto agrario Angiolo Vegni, Monaldi si era dedicato all’attività commerciale con i genitori, fino alla chiusura del negozio dopo la scomparsa dei familiari. La sua morte ha profondamente colpito la comunità locale, in particolare il mondo sportivo, dove era molto apprezzato. Della famiglia rimane solo un fratello maggiore, residente in Puglia, oltre a zii e cugini.
Le indagini proseguono per chiarire i dettagli della convivenza tra i tre uomini, degenerata in tragedia. La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo per duplice omicidio volontario, mentre si attende l’estradizione di Gennaro Maffia in Italia, dove dovrà rispondere di quanto accaduto in quell’appartamento che ora è diventato il centro di un crimine feroce e inspiegabile.