
La Procura di Napoli Nord ha conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo di Martina Carbonaro, la quattordicenne di Afragola uccisa a colpi di pietra dall’ex fidanzato Alessio Tucci, 18 anni. L’esame è stato eseguito oggi, presso l’istituto di medicina legale di Napoli, a partire dalle 11 e si è concluso nel pomeriggio, intorno alle 16. A disporlo è stato il sostituto procuratore Alberto Della Valle, titolare dell’inchiesta sul femminicidio che ha sconvolto la comunità. I primi riscontri medico-legali hanno confermato che la ragazza non è morta sul colpo, ma ha vissuto un’agonia, la cui durata esatta sarà definita con successivi approfondimenti.
L’autopsia dovrà rispondere a 12 quesiti tecnici, tra cui i tempi esatti della morte e il periodo intercorso tra l’aggressione e il decesso. Secondo una prima valutazione esterna, Martina sarebbe morta diversi minuti dopo essere stata colpita, lasciando intendere che ha sofferto prima di perdere la vita. Un dettaglio che, oltre ad avere valore investigativo, accentua l’orrore dell’omicidio, rendendo ancora più drammatico il quadro emerso finora.

Un ulteriore aspetto da chiarire è quale tipo di oggetto abbia provocato le lesioni fatali. Alessio Tucci avrebbe utilizzato una pietra, ma non è escluso che Martina sia stata colpita anche con altri oggetti contundenti. Su questo punto, la consulente nominata dalla Procura, la dottoressa Raffaella Salvarezza, dovrà fornire risposte precise per stabilire dinamica e responsabilità con il massimo rigore scientifico.
Anche le parti coinvolte hanno nominato propri consulenti. La difesa di Tucci, rappresentata dall’avvocato Mario Mangazzo, ha affidato l’incarico ad Antonio Palmieri. La famiglia di Martina, assistita dall’avvocato Sergio Pisaniha nominato come periti di parte Omero Pinto e Pietro Tarsitano, che assisteranno alle operazioni per garantire trasparenza e completezza dell’accertamento.
Nel frattempo, dalle indagini emergono ulteriori dettagli sulla confessione di Alessio Tucci. Il ragazzo avrebbe raccontato ai carabinieri che Martina aveva rifiutato un abbraccio, e che mentre era di spalle lui l’avrebbe colpita tre volte. Un gesto improvviso, brutale, che ha spinto la Procura a procedere per omicidio volontario aggravato. Gli investigatori stanno ora ricostruendo i momenti precedenti l’aggressione, cercando riscontri nei messaggi e nei dispositivi sequestrati.
Dopo l’autopsia, la salma di Martina sarà restituita alla famiglia per consentire la celebrazione dei funerali. La comunità di Afragola si prepara a dare l’ultimo saluto alla giovane, in un clima di dolore e sconcerto per una tragedia che pone ancora una volta l’accento sull’urgenza di intervenire su educazione sentimentale, violenza di genere e protezione delle giovani vittime.