
Non era una sera diversa dalle altre. Una donna, accompagnata dalla sua cagnolina, si stava godendo la tranquillità di una camminata, immersa nei colori della natura che lentamente si tinge dei toni del tramonto. Era il primo giorno di giugno, e l’aria tiepida portava con sé il profumo di una domenica di primavera al termine. Tutto sembrava scorrere normalmente, almeno fino a quando l’animale ha cambiato atteggiamento, iniziando ad annusare con insistenza una zona ai margini del percorso, tra il verde e le fronde di un’area poco battuta.
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La donna, sorpresa e incuriosita dal comportamento del suo cane, ha deciso di avvicinarsi. Pochi passi tra l’erba alta e i rami bassi del bosco, e ciò che ha visto l’ha lasciata senza fiato: un corpo immobile, senza vita, in evidente stato di decomposizione. La passeggiata si è così trasformata in una scena da incubo. Subito ha allertato le forze dell’ordine, che sono giunte sul posto con urgenza.
Ritrovamento macabro alla Gazzera
Il fatto è avvenuto domenica 1 giugno, poco dopo le 19, nella zona del boschetto del rio Cimetto, nel quartiere della Gazzera, a Mestre. Il corpo senza vita giaceva tra la vegetazione, in un’area difficile da raggiungere e riparata alla vista. Dopo la segnalazione, le autorità hanno provveduto al recupero del cadavere, che si trovava già in avanzato stato di decomposizione, rendendo impossibile l’identificazione della persona.
Secondo i primi rilievi superficiali, la morte sarebbe avvenuta diversi giorni prima del ritrovamento. I tratti del volto erano irriconoscibili, e non sono stati trovati documenti, effetti personali o indizi che possano aiutare a dare un nome alla vittima. L’identità, l’età e la nazionalità della persona rimangono sconosciute.

Le indagini sulle cause della morte
Al momento, le ipotesi investigative restano aperte. Gli inquirenti non escludono nessuna pista: dall’overdose al gesto estremo, passando per un possibile malore improvviso. Il contesto in cui il corpo è stato trovato – una zona nascosta e marginale – fa pensare anche alla presenza di persone senza fissa dimora, che spesso scelgono luoghi come questo per trovare riparo.
Non si esclude dunque che la vittima possa essere un senzatetto, che si era rifugiato nel boschetto per trascorrere la notte. Qualcosa però, secondo chi indaga, deve essere andato storto. Ricostruire le ultime ore di vita sarà fondamentale per comprendere cosa sia accaduto e perché.
Nessun testimone e nessun elemento utile all’identificazione
Un dettaglio inquieta gli investigatori: il cadavere si trovava in una zona non lontana da dove abitualmente lavorano i giardinieri, eppure nessuno si sarebbe accorto della sua presenza nei giorni precedenti. L’area, seppur difficile da percorrere, non è completamente isolata, e il fatto che il corpo sia rimasto nascosto per giorni alimenta il mistero.
L’assenza di documenti o segni identificativi complica ulteriormente le indagini. Senza un nome, senza una storia, sarà impossibile per ora avvisare eventuali familiari, che potrebbero essere ignari o in apprensione per la scomparsa di un proprio caro. Saranno fondamentali gli esami medico-legali, che dovranno accertare le cause del decesso e fornire eventuali elementi utili per il riconoscimento.

Una storia ancora senza volto
Il cadavere trovato nel bosco della Gazzera resta, per ora, un corpo senza nome. Dietro quel volto irriconoscibile e privo di identità potrebbe celarsi una vita interrotta bruscamente, forse dimenticata, forse invisibile agli occhi di tutti. Una tragedia silenziosa, che ha trovato voce solo grazie all’istinto di una cagnolina e all’attenzione della sua padrona.
Le indagini proseguono, e con esse la speranza che, pezzo dopo pezzo, si possa ricostruire la verità su questa morte avvenuta lontano dagli sguardi, ma che oggi chiede risposte e rispetto.