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Sondaggio, sostegno per Israele è ai minimi storici in Europa: e in Italia va ancora peggio

Pubblicato: 03/06/2025 14:43
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L’aggressione armata alla Striscia di Gaza sta producendo conseguenze non solo sul piano militare e umanitario, ma anche su quello dell’opinione pubblica internazionale. Secondo un recente sondaggio condotto da YouGov, il sostegno nei confronti di Israele ha raggiunto livelli minimi mai registrati in sei Paesi dell’Europa occidentale: Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna e Danimarca. Tra questi, i dati più critici provengono proprio dall’Italia, dove la disapprovazione supera il 50%.
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Crolla l’immagine di Israele in Europa

Il sondaggio evidenzia una forte inversione di tendenza nella percezione dell’opinione pubblica europea. Solo una minoranza compresa tra il 13% e il 21% degli intervistati ha dichiarato di avere un’opinione favorevole su Israele, mentre tra il 63% e il 70% esprime un giudizio negativo. In particolare, il consenso netto nei confronti di Israele ha toccato valori negativi record: -52% in Italia, -55% in Spagna, -44% in Germania, -48% in Francia, -54% in Danimarca e -46% nel Regno Unito.

Il dato più preoccupante per Tel Aviv è che si tratta dei livelli più bassi mai registrati da quando YouGov ha iniziato a monitorare questo tipo di percezione, nel 2016. In alcuni casi, come per Italia e Spagna, si toccano addirittura i minimi storici precedenti del 2021.

Dubbi sulla legittimità dell’azione militare israeliana

Il sondaggio analizza anche le motivazioni del dissenso. Solo una percentuale ridotta, tra il 6% e il 16%, ritiene che Israele abbia fatto bene a inviare truppe a Gaza e che abbia risposto in modo proporzionato agli attacchi di Hamas. In Italia, questa convinzione è condivisa solo dal 6% degli intervistati, mentre in Spagna e Regno Unito la percentuale sale appena al 12%.

Una porzione più ampia di cittadini – fino al 40% in Germania – è dell’opinione che Israele abbia inizialmente agito in maniera legittima, ma che poi si sia spinto troppo oltre, causando un numero eccessivo di vittime civili. Anche in questo caso, l’Italia si attesta su un 29%, segno di una crescente consapevolezza critica.

In parallelo, una quota significativa della popolazione, fino al 24% in Italia, ritiene che Israele abbia sbagliato a ricorrere alla forza militare contro Hamas, una posizione che trova sempre più spazio nel dibattito pubblico europeo.

Cresce la simpatia per la causa palestinese

Un altro segnale chiaro del mutamento in corso è l’evidente spostamento della simpatia politica verso la Palestina. In cinque dei sei Paesi analizzati, la percentuale di chi dichiara di “schierarsi” con Israele è scesa al minimo storico dal 7 ottobre 2023, giorno degli attacchi di Hamas. Solo tra il 7% e il 18% degli intervistati mostra oggi una vicinanza alla parte israeliana.

Al contrario, tra il 18% e il 33% afferma di simpatizzare con la parte palestinese, con percentuali in crescita in tutti i Paesi. Solo in Germania la differenza è più contenuta, con un 17% di simpatia per Israele e un 18% per la Palestina, segno di un’opinione pubblica ancora divisa ma comunque in evoluzione.

Anche negli Stati Uniti Israele perde consenso

Il cambiamento di percezione non si ferma ai confini europei. Anche negli Stati Uniti, secondo un sondaggio del Pew Research Center, il 53% degli adulti americani oggi si dichiara contrario alle politiche israeliane, un netto aumento rispetto al 42% registrato nel 2022. Un’ulteriore conferma arriva da una rilevazione di Data for Progress, secondo la quale il 51% degli elettori statunitensi si oppone ai piani di Israele per inviare più truppe a Gaza e sfollare i palestinesi.

Il peso delle vittime civili e del blocco umanitario

Dietro questo crollo della fiducia internazionale si cela una serie di fattori legati alle operazioni militari condotte da Israele nella Striscia di Gaza. Il continuo aggiornamento del bilancio delle vittime, il blocco degli aiuti umanitari e la percezione di un uso disproporzionato della forza hanno inciso profondamente sull’opinione pubblica.

I numeri parlano chiaro: la narrazione tradizionale che vede Israele come baluardo della democrazia e della difesa contro il terrorismo non riesce più a convincere ampie fette dell’elettorato europeo e americano, specialmente tra i più giovani e nei contesti più sensibili ai diritti umani.

Conclusioni: una crisi d’immagine difficile da sanare

Il sondaggio di YouGov rappresenta un chiaro campanello d’allarme per Israele, che si trova ora a fronteggiare una crisi d’immagine senza precedenti in Europa occidentale e oltre. Il calo del sostegno nei sondaggi potrebbe avere ripercussioni diplomatiche e politiche nel medio e lungo termine, soprattutto nei rapporti con quei Paesi che storicamente hanno mantenuto una posizione favorevole verso Tel Aviv.

La sfida per il governo israeliano sarà ora quella di ricostruire un’immagine credibile agli occhi del mondo, affrontando le critiche crescenti e fornendo risposte trasparenti su diritti umani, proporzionalità degli interventi e accesso agli aiuti umanitari. In un contesto internazionale sempre più attento e informato, il consenso dell’opinione pubblica è destinato a diventare un terreno strategico quanto il conflitto stesso.

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