
Il clima era già teso, ma nella giornata in cui il Senato era chiamato a votare la fiducia sul decreto sicurezza, la tensione ha raggiunto livelli altissimi. Tra insulti reciproci e interventi duri da entrambe le parti, la discussione si è trasformata in uno scontro aperto tra la maggioranza di governo e le opposizioni, culminato con la protesta di alcuni senatori che hanno occupato simbolicamente il centro dell’aula. Un gesto forte, a sottolineare il disaccordo profondo nei confronti di un provvedimento ritenuto divisivo e pericoloso.
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Il voto di fiducia e l’approvazione definitiva
Nonostante il clima acceso, il governo ha ottenuto la fiducia sul provvedimento: il decreto è stato approvato con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione, diventando così legge dello Stato dopo il via libera già ottenuto dalla Camera dei deputati lo scorso 29 maggio. Il passaggio parlamentare si è quindi concluso con la conferma della linea dell’esecutivo, che ha scelto la strada della fiducia per blindare un testo ritenuto prioritario.
Le misure previste dal decreto sicurezza
Secondo il governo, il nuovo decreto sicurezza rappresenta “un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini”. Il provvedimento introduce misure che mirano a contrastare le occupazioni abusive, rendendo più veloci gli sgomberi, e a proteggere le categorie più fragili, come famiglie, anziani e proprietari di immobili colpiti da abusi.

Uno degli aspetti più sottolineati riguarda la lotta alle truffe agli anziani, considerate “un fenomeno vile” che colpisce “chi più merita rispetto e protezione”. Il decreto, inoltre, punta a potenziare gli strumenti operativi delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di “difendere chi ogni giorno difende i cittadini”. Un messaggio che l’esecutivo ha ribadito anche nel comunicato successivo all’approvazione, indicando in legalità e sicurezza due “pilastri della libertà”.
Reazioni e spaccature politiche
Il provvedimento ha però suscitato forti critiche da parte delle opposizioni, che hanno contestato non solo il contenuto del testo ma anche il metodo con cui è stato portato avanti: ricorso alla fiducia, tempi stretti, e scarsa apertura al dialogo parlamentare. Alcuni parlamentari hanno definito il decreto “punitivo” nei confronti dei più deboli e “sintomo di un’idea securitaria che ignora le cause sociali”.
Non sono mancati momenti di grande tensione anche durante le dichiarazioni di voto, con botta e risposta durissimi tra esponenti di partiti contrapposti. Il governo, da parte sua, ha difeso con forza il provvedimento, rivendicando una “visione chiara e netta” su ordine pubblico, lotta all’illegalità e tutela delle vittime.

Un segnale politico forte in vista delle europee
L’approvazione del decreto sicurezza in questa fase politica ha anche un forte valore simbolico, essendo avvenuta a pochi giorni dalle elezioni europee. La maggioranza ha voluto dimostrare compattezza e fermezza su un tema che continua a mobilitare una parte significativa dell’elettorato. “Continueremo a difendere la legalità con determinazione”, ha dichiarato un rappresentante del governo subito dopo il voto.
In un Parlamento sempre più polarizzato, il decreto si è confermato come una cartina tornasole del conflitto ideologico tra chi invoca più controllo e rigore e chi teme derive autoritarie. Ma ora il testo è legge, e con esso prendono forma nuove regole che andranno a incidere su sgomberi, forze dell’ordine, e diritti delle persone vulnerabili. La strada della sicurezza è tracciata, ma il dibattito resta aperto.