Vai al contenuto

Fratellini intossicati in piscina, il padre: “Mio figlio di 9 anni è in coma farmacologico”

Pubblicato: 04/06/2025 13:47
fratellini intossicati piscina padre

Una giornata di festa si è trasformata in un dramma a La Borghesiana, quartiere alla periferia est di Roma, dove cinque bambini sono rimasti intossicati dal cloro mentre si trovavano in una piscina di un circolo privato. La vicenda, avvenuta il 2 giugno, ha assunto contorni sempre più gravi, con uno dei minori, un bambino di nove anni, ora ricoverato in terapia intensiva e tenuto in coma farmacologico al Policlinico Umberto I.
Leggi anche: Fuga di cloro in una piscina: bambini intossicati, grave uno di loro

Intossicazione da cloro: cinque i minori coinvolti

Secondo le prime ricostruzioni, la sostanza corrosiva sarebbe fuoriuscita anormalmente dai bocchettoni dell’acqua della piscina, provocando gravi conseguenze per i piccoli presenti. In totale, i bambini intossicati sono cinque. Tre di loro appartengono alla stessa famiglia, il cui padre, un militare, ha appreso la notizia mentre si trovava impegnato alla parata del 2 giugno.

Non è accettabile in un’epoca tecnologica come questa che succedano queste tragedie”, ha dichiarato l’uomo in un’intervista al Messaggero, sottolineando l’urgenza di fare chiarezza sulle responsabilità. Il fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Roma ipotizza il reato di lesioni gravissime, e la piscina è stata posta sotto sequestro in attesa degli esiti delle analisi sull’acqua.

Il racconto del padre: “Non doveva finire così”

Doveva essere una bella giornata e invece per loro è accaduto l’inspiegabile”, ha detto il padre dei bambini coinvolti. È stata la moglie a chiamarlo, in preda al panico: “Mi ha detto che erano in ospedale, non ci potevo credere”. Da quel momento, la famiglia è precipitata nell’angoscia, con il pensiero fisso al piccolo più grave, che lotta per la vita in un letto d’ospedale.

Il padre ha raccontato che anche un altro dei figli, già affetto da un tumore, è stato visitato dai medici del Bambino Gesù e, fortunatamente, non ha riportato complicazioni. La più piccola, una bambina di cinque anni, è ancora ricoverata ma in condizioni migliori. “Tutti i miei figli sono stati ricoverati”, ha spiegato l’uomo. “Adesso pensiamo solo a quello di nove anni, sperando che superi tutto questo”.

Inchiesta in corso: si cerca la causa della fuoriuscita di cloro

Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire l’accaduto e comprendere come sia potuto avvenire un rilascio anomalo di cloro in una piscina frequentata da famiglie e bambini. Il sequestro dell’impianto è stato disposto immediatamente, e sarà fondamentale capire se ci siano stati malfunzionamenti tecnici o negligenze nella gestione della struttura.

Il padre dei bambini, visibilmente provato, ha sottolineato: “Non ero presente, ma spero che vengano chiarite tutte le responsabilità. Non è possibile che nel 2025, con tutti i mezzi tecnologici di cui disponiamo, si possa ancora rischiare la vita in questo modo per una giornata di svago”.

L’appello della famiglia: “Serve chiarezza per tutti”

Oggi, i genitori del bambino ricoverato in terapia intensiva possono vederlo solo attraverso un vetro. “È intubato e incosciente, e noi siamo in preda alla disperazione”, ha detto ancora il padre. La famiglia chiede non solo giustizia per il proprio figlio, ma anche tutele più severe per tutti, affinché tragedie del genere non si ripetano. “Sarebbe potuto accadere a chiunque, e spero che emergano eventuali errori o sbagli”, ha aggiunto.

I prossimi giorni saranno cruciali per accertare se ci siano state mancanze nella manutenzione, errori umani o problemi strutturali che hanno causato il rilascio del cloro. Intanto, le condizioni del bambino rimangono gravi, e ogni aggiornamento medico è atteso con ansia dalla famiglia e dalla comunità.

Un dramma che scuote la città

L’intera vicenda ha colpito profondamente l’opinione pubblica. Roma, una città già provata da carenze strutturali in molte sue aree periferiche, si trova ancora una volta a fare i conti con una tragedia evitabile. E mentre la magistratura prosegue il suo lavoro, resta il dolore di una famiglia e la speranza che il piccolo possa farcela.

L’episodio mette in discussione la sicurezza degli impianti privati e apre una riflessione più ampia su controlli, manutenzioni e responsabilità. Perché, come ha detto il padre, non è accettabile morire o rischiare la vita in piscina nel 2025.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure