
Re Carlo d’Inghilterra è noto in tutto il mondo per il suo impegno nella tutela dell’ambiente e della biodiversità, portato avanti anche con scelte radicali come il sostegno all’agricoltura biologica e la promozione di pratiche sostenibili nelle proprietà reali. Tuttavia, il sovrano non ha mai rinunciato ad alcune tradizioni storiche della monarchia britannica, tra cui le battute di caccia, che considera parte integrante della cultura reale e della propria identità personale. Una delle più importanti è la caccia del Boxing Day, il 26 dicembre, che si tiene nella tenuta di Sandringham da decenni.
Quest’anno, però, la tradizione rischia di subire uno stop clamoroso. Secondo quanto riportato dal Sun, la caccia potrebbe saltare per la prima volta dopo tempo immemore a causa di una grave carenza di fagiani nella tenuta reale. Gli uccelli sarebbero drasticamente diminuiti per una serie di errori nella gestione della fauna locale, tanto che il Re Carlo, già impegnato nei trattamenti per il cancro, sarebbe andato su tutte le furie. Una fonte interna ha parlato di una “figuraccia” e della rimozione di un guardiacaccia storico. Il sovrano avrebbe commentato con disappunto: “Niente uccelli, nessun colpo, solo facce rosse”.
La tenuta di Sandringham, a 110 miglia a nord di Londra, è una delle proprietà più care alla famiglia reale. Re Carlo l’ha ereditata dalla madre, la Regina Elisabetta, e ha avviato una profonda trasformazione ambientale, piantando oltre 10mila alberi e convertendo l’agricoltura al biologico. Come da tradizione, la residenza ospita durante le vacanze natalizie gran parte della famiglia reale, compresi il principe William, Kate Middleton e i loro tre figli. La vicinanza ad Anmer Hall, loro dimora di campagna, rende la permanenza più agevole e affiatata.

Tra i possibili delusi dalla cancellazione della battuta c’è anche il principe George, primogenito di William e Kate. Il ragazzo, che compirà 12 anni a luglio, potrebbe avvicinarsi per la prima volta alla caccia proprio quest’anno, seguendo le orme del padre che abbatté il suo primo cervo a 14 anni. Re Carlo, da giovane, era un appassionato instancabile al punto da essere soprannominato dalla principessa Diana “il mio killer del Galles”. L’unico reale a essersi dissociato da questa pratica è Harry, che nel libro Spare ha raccontato un episodio traumatico legato alla sua iniziazione alla caccia a Balmoral.
Il racconto di Harry descrive una scena scioccante: a 15 anni fu portato a caccia e, durante la cerimonia del “blooding”, fu costretto a infilare la testa nella carcassa di un animale appena ucciso. “C’era un odore infernale”, scrive, “la colazione mi è risalita in gola”. Quel momento segnò una rottura emotiva con la tradizione familiare e alimentò le sue scelte successive, più orientate verso l’ambiente e il benessere animale.
Ora, il futuro della tradizione venatoria reale è messo in discussione. In particolare, l’opinione pubblica si divide sull’opportunità che anche George venga coinvolto in queste pratiche. Le associazioni animaliste chiedono da tempo alla famiglia reale di interrompere la caccia, soprattutto per l’esempio che i membri più giovani possono dare. William e Kate, attenti alle questioni ambientali, potrebbero decidere di rimandare l’iniziazione del figlio a tempi più maturi o, forse, non farlo mai. In tal caso, una pagina della storia reale potrebbe chiudersi per sempre.