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Incidente fatale, addio a una leggenda italiana: è morto così a 54 anni

Pubblicato: 04/06/2025 15:03

Una banale scivolata, una caduta nel bosco e poi il salto nel vuoto. Così ha perso la vita Cristian Brenna, 54 anni, uno dei più noti e rispettati arrampicatori italiani. L’incidente mortale è avvenuto nella tarda mattina di ieri sul Monte Biaina, nell’Alto Garda trentino, durante un’escursione con un amico. È stato proprio il compagno, non vedendolo più al suo fianco, a dare l’allarme. I soccorsi hanno solo potuto individuare e recuperare il corpo, ormai senza vita, in fondo a un canalone.

La notizia della scomparsa ha subito colpito profondamente il mondo dell’arrampicata sportiva e dell’alpinismo, che ha espresso un cordoglio unanime. Cristian Brenna era una figura carismatica e stimata, conosciuto per il suo stile, il coraggio e la passione con cui affrontava la montagna. Una leggenda verticale, come lo ricordano in molti.

Fino ai 25 anni, Brenna era stato uno dei migliori competitori italiani, collezionando podi ai Campionati europei e in Coppa del mondo. In quegli anni, aveva anche lasciato il segno in falesia, raggiungendo livelli allora riservati a pochissimi, con ripetizioni di difficoltà 8c+, fino alla salita, nel 2005, della mitica Underground (9a) al Pueblo di Massone, nei pressi di Arco.

Conclusa l’attività agonistica, Brenna aveva ampliato i suoi orizzonti affrontando spedizioni alpinistiche fuori dall’Europa. Tra le sue imprese: il Chogolisa nel Karakorum, il Cerro Piergiorgio in Patagonia e l’esplorazione del Jangpar Glacier nella Miyar Valley, in India, dove con Massimo Da Pozzo aveva aperto una nuova via, battezzandola Fiamme Gialle, in onore del gruppo sportivo della Guardia di Finanza di cui faceva parte.

Con il tempo era diventato guida alpina e soccorritore del SAGF, senza mai abbandonare del tutto il mondo delle competizioni. Si era infatti dedicato alla formazione dei giovani come tecnico federale della FASI, la federazione di arrampicata sportiva. Tra le sue allieve anche la figlia Sofia Brenna, oggi campionessa italiana giovanile Lead nella categoria Under 17.

Nel 2005, era infine entrato nel gruppo del soccorso alpino delle Fiamme gialle, dal quale sarebbe dovuto andare in pensione il prossimo anno. «Faccio un lavoro che mi permette di vivere la montagna 365 giorni l’anno in tutta la sua complessità — aveva raccontato alla rivista Bollateoggi —. Quando sono libero, posso dedicarmi a scoprire nuove opportunità tra sentieri, rocce e pareti, un modo anche per tenermi in allenamento». Brenna è stato ricordato ieri anche da Mauro Corona, durante la trasmissione È sempre Cartabianca. «Era un carissimo amico, uno degli arrampicatori più forti del pianeta – ha detto Corona – è caduto. Un abbraccio ai familiari». 

Cristian Brenna lascia un vuoto profondo in chi l’ha conosciuto sui sentieri, sulle falesie e tra le pareti di roccia. La sua eredità, fatta di passione, dedizione e umiltà, continuerà a ispirare generazioni di arrampicatori.

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