
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala sarà ascoltato come testimone nel processo sulla Torre Milano, un caso giudiziario che ruota attorno a presunti abusi edilizi nella realizzazione dell’edificio di via Stresa. La struttura, un grattacielo residenziale alto 82 metri e composto da 24 piani, è stata completata nel 2023. La Procura contesta agli imputati una serie di irregolarità nel procedimento autorizzativo, a partire dalla qualificazione dell’intervento edilizio: non come nuova costruzione, ma come semplice ristrutturazione, scelta che secondo gli inquirenti avrebbe permesso di aggirare norme più stringenti in materia di volumetrie e piani attuativi.
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Il processo, il primo tra le oltre venti inchieste avviate dalla magistratura milanese sul settore urbanistico, è stato aperto a gennaio e coinvolge otto imputati tra imprenditori, funzionari comunali e tecnici. L’udienza decisiva, che vedrà l’audizione di Sala, è fissata per il 10 settembre, anche se il calendario definitivo dei testimoni è ancora in fase di definizione.
La posizione del sindaco e l’ammissione tra i testimoni
«Sono ben lieto di testimoniare – ha dichiarato nel pomeriggio Giuseppe Sala –. Su questa vicenda voglio continuare a dire la mia». Il suo nome è stato inserito nella lista dei testimoni durante la seconda udienza dal presidente della Settima sezione penale, Paola Braggion, su richiesta delle difese. Insieme al primo cittadino, il Tribunale ha ammesso anche due ex esponenti del governo Conte bis: Fabiana Dadone (M5s), ex ministra della Pubblica amministrazione, e Paola De Micheli (Pd), ex ministra delle Infrastrutture. I due ex membri del governo riferiranno in aula sulle norme urbanistiche ed edilizie promosse durante il loro mandato.
Il sindaco, invece, dovrà illustrare le prassi interne adottate da Palazzo Marino in materia di concessioni e autorizzazioni edilizie. Il Comune, pur essendo indicato come parte offesa, non ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento.

Gli imputati e le accuse
Al centro dell’inchiesta, coordinata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, ci sono alcune delle figure più influenti nell’ambito edilizio e urbanistico milanese. Tra gli imputati figurano:
- Stefano e Carlo Rusconi, imprenditori e legali rappresentanti della società Opm, indicata anche come responsabile civile nel processo;
- Gianni Maria Ermanno Beretta, architetto e direttore dei lavori, già noto per la sua attività presso l’omonimo studio;
- Giovanni Oggioni, ex dirigente del Comune di Milano e componente della Commissione paesaggio, finito ai domiciliari in un altro filone d’indagine per corruzione;
- Franco Zinna, ex responsabile della Direzione urbanistica;
- Tre funzionari dello Sportello unico dell’edilizia.
Le accuse principali riguardano abuso edilizio e lottizzazione abusiva, mentre il reato di falso ideologico, contestato a Beretta, è prescritto. L’abuso d’ufficio è invece decaduto in seguito alla riforma legislativa nota come legge Nordio.

Il progetto contestato e le denunce dei residenti
Secondo la Procura, la Torre Milano è stata costruita in un’area dove in precedenza sorgevano due edifici di 2 e 3 metri d’altezza, e l’intervento è stato presentato come ristrutturazione edilizia, bypassando così l’obbligo di un piano attuativo e le norme relative agli aumenti volumetrici.
Una cittadina residente, parte di un comitato di protesta sorto all’epoca dei lavori, si è costituita parte civile nel procedimento. Assistita dall’avvocata Antonella Forloni, ha denunciato tra gli altri disagi, l’impatto sull’illuminazione delle abitazioni limitrofe: “Due ore di luce in meno al giorno” per il palazzo confinante.
Tra i legali difensori figurano alcuni degli avvocati penalisti più noti della città, tra cui Federico Papa, Michele Bencini, Massimiliano Diodà, Corrado Limentani, Giovanni Brambilla Pisoni e Gian Luigi Tizzoni.
Il processo proseguirà nelle prossime settimane e potrebbe rivelarsi uno dei più rilevanti nel dibattito pubblico milanese su trasparenza amministrativa, sviluppo urbano e sostenibilità edilizia. L’attesa per l’audizione di Giuseppe Sala è alta: le sue parole potrebbero pesare significativamente nel giudizio su una vicenda che ha suscitato attenzione mediatica e tensione tra i residenti coinvolti.