
Milano, viale Abruzzi. Un grido di aiuto squarcia il silenzio della notte. Sono da poco passata l’una, e nel palazzo al civico 52 i vicini si affacciano spaventati. Al quarto piano un appartamento è in fiamme, le finestre esplodono per il calore, e dentro c’è una donna sola, imprigionata. Quella donna è Sueli Leal Barbosa, infermiera, 48 anni, originaria del Brasile, madre di un bimbo di dieci anni. Poco dopo, in un gesto disperato, si lancia dal quinto piano. Morirà qualche ora dopo in ospedale.
Una madre sola contro il fuoco
Quella notte Sueli era sola in casa. Il figlio si trovava dal padre, come previsto dagli accordi di affidamento. Una coincidenza che oggi suona come una beffa tragica. Lavorava come infermiera, era riservata, gentile, dedita alla famiglia. Chi la conosceva la descrive così. Aveva anche messo in vendita l’appartamento: voleva cambiare zona.
Urla, fiamme e una porta chiusa dall’esterno
Poco prima dell’una, alcune testimonianze riferiscono di urla provenienti dall’abitazione. «Gridava “aiuto, aiuto”, ci hanno svegliati bussando», racconta Marija Caric Poli, residente nello stabile. Poi le fiamme, la caduta, la corsa disperata in codice rosso al Fatebenefratelli. Ma Sueli non ce l’ha fatta.
Nel frattempo, i vigili del fuoco intervenuti hanno segnalato un’anomalia: la porta d’ingresso dell’appartamento risultava chiusa a chiave dall’esterno. Un dettaglio inquietante, che ha spinto la Polizia di Stato ad aprire un’indagine. I rilievi sono stati affidati al NIA (Nucleo investigativo antincendio della Direzione Lombardia), coordinati dalla Procura di Milano, per stabilire le cause del rogo e la possibile presenza di sostanze acceleranti.
I sospetti e un passato di liti
L’attenzione degli inquirenti si è subito concentrata sul marito di Sueli, 45 anni, anche lui di origine brasiliana. Secondo alcuni condomini, i due avrebbero litigato poche ore prima dell’incendio. L’uomo non era in casa al momento dei fatti, ma è stato trovato in un bar poco distante, in condizioni alterate, e accompagnato in Questura per essere ascoltato.
Non sarebbe il primo episodio. In passato, infatti, le forze dell’ordine sarebbero intervenute nello stesso appartamento per una lite domestica. Ora i magistrati vogliono capire se quella lite abbia qualcosa a che fare con le fiamme di mercoledì notte. E con la porta chiusa a chiave.
La procura indaga per chiarire ogni aspetto della tragedia, mentre un bambino di dieci anni ha perso l’unico riferimento che aveva: una madre.