
La nomina di Cristian Chivu come nuovo allenatore dell’Inter ha scatenato un vero e proprio terremoto sui social. I tifosi nerazzurri, già scottati dal tracollo nella finale di Champions League, vivono questa decisione come l’ennesimo segnale di ridimensionamento.
Di fronte all’annuncio dell’ingaggio di un tecnico con appena tredici partite in Serie A (e solo tre vittorie all’attivo), la pazienza si è dissolta. Su X monta la delusione: “Chivu è il nuovo Stramaccioni”, scrive un utente. Un altro sbotta: “Ma come si fa anche solo a pensare a Chivu, figurati prenderlo”.
I dubbi sul progetto e sulla società
Scartati Vieira e altri profili ben più solidi (in molti sognavano il ritorno di Mourinho o Mancini), la dirigenza ha puntato sul nome più “interno”, più facile da gestire, meno ingombrante. Cristian Chivu, amatissimo da calciatore, oggi viene percepito dai tifosi come una scelta nostalgica e debole. Perché guidare l’Inter, dopo due finali europee in tre anni, richiede ben più di un ricordo glorioso.
Il presidente Marotta sembra confidare nella forza della struttura societaria per compensare l’inesperienza del nuovo tecnico. Ma l’Inter non è una società qualsiasi: è un club abituato alle pressioni, con una piazza esigente e passionale, che ha già bruciato nomi più navigati. Quel ragionamento rischia di trasformarsi in boomerang. Lo dimostra la reazione di un popolo che, stavolta, non si è limitato al mugugno: ha alzato la voce.
Il contratto e la memoria del Triplete
Chivu ha già firmato un biennale da 2,5 milioni e guiderà il suo primo allenamento lunedì. Si è detto “commosso” dalla chiamata dell’Inter. E i tifosi, nel profondo, lo rispettano: come uomo e come campione del Triplete. Ma non è lui a finire nel mirino. È la dirigenza, accusata di aver perso la rotta.
“Come farà un allenatore praticamente esordiente a guidare giocatori che militano nelle migliori nazionali e che hanno giocato due finali di Champions?”, si chiede un tifoso su X. “Gli altri si presentano con Conte, Gasperini, Allegri, perfino Tudor. E noi con un tecnico che ha solo tre vittorie in Serie A?”, rincara un altro.

Il popolo interista non perdona. I commenti parlano da soli. Non si tratta di reazioni impulsive. Ma di un vero strappo emotivo. “Abbiamo perso un top coach, ci serviva un profilo all’altezza. Questo è un salto nel buio“. E ancora: “Chivu è una terza scelta, preso solo perché costa poco e non dà fastidio”. La parola che ritorna più spesso? “Vergogna”.
La frattura con i tifosi
A rendere tutto più amaro è stato il caos gestionale. Dopo l’addio improvviso di Simone Inzaghi, volato in Arabia, l’Inter aveva tentato la carta Cesc Fabregas, allenatore del Como. Ma ha incassato un clamoroso rifiuto. Con un comunicato secco, Mirwan Suwarso, presidente del club lariano, ha gelato i nerazzurri: “Abbiamo comunicato il nostro rifiuto direttamente al presidente dell’Inter. Le voci sul nostro allenatore sono pura fantasia“.
Così, senza piano B, si è finiti su Chivu. Che oggi si ritrova a dover salvare non solo un progetto tecnico, ma anche un rapporto logorato con i tifosi. “Siamo passati da una squadra da finale di Champions a una da metà classifica. Non c’è progettualità, solo improvvisazione“. “Dov’è finito lo spirito dell’Inter vincente? Questa scelta è un insulto a noi tifosi, non un investimento per il futuro”. Una voce, infine, riassume tutto con amarezza:
“Ci trattano come clienti, ma noi siamo tifosi. E abbiamo memoria lunga“.