
Restano ancora molti punti oscuri sulla tragica morte di Maria Denisa Adas, la trentenne romena trovata senza vita nella stanza 101 del residence Ferrucci, nella notte tra il 15 e il 16 maggio. Sono serviti venti giorni di indagini per ricostruire gli ultimi movimenti della escort e individuare il presunto assassino. Le indagini sono state rallentate da problemi tecnici alle telecamere di sorveglianza, andate in tilt per l’enorme quantità di dati scaricati. Decisive, alla fine, alcune immagini che hanno portato gli investigatori a Vasile Frumuzache, ripreso mentre usciva dal residence con le valigie della vittima. Di fronte agli inquirenti, ha confessato: «Mi ha chiesto 10mila euro per non dirlo a mia moglie», avrebbe detto, riferendosi a un presunto ricatto da parte di Denisa.
Ma la versione di Frumuzache è tutt’altro che definitiva. Nelle ultime ore, l’attenzione degli investigatori si è spostata su un secondo uomo, un italiano, la cui abitazione è stata perquisita. Non risulta indagato, ma è certo che sia stato in contatto con Denisa in un momento cruciale: tra le 22:09 e le 23:35 del 15 maggio, cioè durante la lunga telefonata che la ragazza ha avuto con la madre poco prima di morire. La procura sta cercando di capire chi sia e perché fosse nel residence in quel momento.

Il procuratore aggiunto Luca Tescaroli ha confermato che l’italiano si trovava nella struttura in parte nello stesso lasso di tempo in cui era presente anche Frumuzache. L’omicidio, secondo le indagini, sarebbe avvenuto in un secondo momento, dopo che Denisa aveva consumato un rapporto sessuale con il killer. Ma resta da chiarire che ruolo abbia avuto l’altro uomo: conosceva Denisa? Conosceva Frumuzache? E soprattutto, c’è un collegamento tra la sua presenza e le paure espresse dalla vittima?
La ripetitività nella scelta delle vittime, l’efferatezza e la lucidità dimostrata durante gli omicidi, oltre alla presenza di alcuni elementi ricorrenti quasi “rituali” – come l’uso dello stesso coltello impiegato anche per uccidere Denisa, già utilizzato nel primo omicidio – hanno portato la Procura, guidata da Luca Tescaroli, a considerare la possibilità che si tratti di un assassino seriale. Per questo motivo sono stati disposti approfondimenti incrociati sugli elenchi delle donne scomparse negli ultimi anni, sia in Toscana che in Sicilia, dove il sospettato ha vissuto fino al 2022.

Durante la telefonata con la madre, Denisa aveva raccontato di essere stata seguita da due uomini fino alla porta della sua stanza, dopo essere scesa a gettare la spazzatura. Una dichiarazione inquietante, che trova riscontro in una testimonianza raccolta nelle ore successive alla scomparsa: una persona avrebbe visto la trentenne discutere animatamente con due uomini in via Ferrucci. Potrebbero essere le stesse figure di cui Denisa aveva parlato poco prima di essere uccisa.
Anche il movente indicato da Frumuzache, quello del ricatto economico, non convince affatto la famiglia della vittima. L’avvocato Marianna De Simone, che rappresenta la madre di Denisa, afferma: «È impossibile. Aveva clienti facoltosi, non avrebbe avuto bisogno di ricattare proprio quest’uomo. È più probabile che sia successo qualcosa di molto diverso». L’autopsia, a cui parteciperà anche un consulente nominato dalla famiglia, potrebbe fornire risposte cruciali.
Nel frattempo, Cristina Adas, madre della giovane, è stata colpita da un malore al momento del ritrovamento del corpo della figlia. La donna è anche indagata per false comunicazioni ai magistrati, ma la sua legale chiede che la posizione venga rivista alla luce dei nuovi elementi. «È devastata – conclude l’avvocato De Simone – e speriamo che la sua posizione venga archiviata al più presto».