
Mauro Corona, figura emblematica della cultura italiana contemporanea, è noto per la sua vita intensa e le sue opinioni spesso controcorrente. La vita di Mauro Corona è stata segnata da esperienze intense e spesso dolorose, che hanno influenzato profondamente la sua visione del mondo e la sua produzione artistica.
Le sue storie, spesso autobiografiche, riflettono la complessità dell’animo umano e la lotta continua tra luce e oscurità. In un’intervista al Corriere della Sera, ha raccontato un episodio singolare: da giovane è stato processato per sequestro di persona e il motivo è veramente assurdo.

Un’infanzia segnata dalla violenza
Corona ha vissuto un’infanzia difficile, con un padre violento che, quando era ubriaco, picchiava la madre e i figli. Sua madre, Lucia, lasciò la famiglia quando lui aveva sei anni, tornando solo sette anni dopo, dopo il disastro del Vajont. Queste esperienze hanno lasciato un segno profondo nella sua vita e nella sua visione del mondo.
A dodici anni, Corona partecipò a un rituale di caccia che prevedeva di bere il sangue dell’animale ucciso. Questi riti, come il taglio delle code dei galli forcelli, facevano parte della cultura montanara in cui è cresciuto. La sua prima scalata sul monte Cevìta gli fece comprendere che la vita è una continua sfida, con sempre nuove vette da conquistare.

Processato per sequestro di persona
Corona ha avuto un rapporto complicato con l’alcol, arrivando a consumare grandi quantità di whisky, birra e vino quotidianamente. Nonostante ciò, riusciva a mantenere uno stile di vita attivo, dedicandosi alla corsa e all’arrampicata. Ha tentato di smettere di bere, ma ha trovato difficile rinunciare alle abitudini e ai rituali della vita di paese che tanto ama.
Nel corso della sua vita, Corona ha affrontato numerosi procedimenti legali, tra cui accuse di bracconaggio, ubriachezza molesta, bestemmie in luogo sacro e sequestro di persona. Quest’ultima accusa derivava dall’episodio in cui, da giovane e sotto l’effetto dell’alcol, portò con la forza un amico ateo in chiesa durante la notte di Natale.
Corona ha espresso la sua paura per il dolore fisico, avendo assistito alla sofferenza di un amico che non trovava sollievo nemmeno con la morfina. Queste esperienze lo hanno segnato profondamente, rendendolo consapevole della fragilità umana.