Ve li ricordate Stanlio ed Ollio, i mitici Stan Laurel ed Oliver Hardy? Ieri sono stati battuti da Donald Trump ed Elon Musk. Il primo dà del pazzo avido al secondo, Elon descrive il Presidente come uno sperperatore di denaro pubblico, accusa pesantissima per il Gop americano, e del pervertito cliente di Epstein, il lenone della prostituzione minorile del jet-set.
Intanto in Borsa, per summa gioia degli ingenui risparmiatori, i miliardi si bruciano come cerini nelle mani di questo duo, che se non fosse tragicamente al potere, ma solo su una sit-com, sarebbe veramente comico. Certo se poi Donald fosse Presidente del Molise, e non degli Stati Uniti, non influenzerebbe la politica e l’economia mondiale, e se l’altro fosse solo un ragazzino con il suo drone giocattolo non metterebbe a rischio la sicurezza satellitare.
E forse proprio per questo Putin sembra di giocare al gatto con il topo, perché la vicenda è poco seria tanto da sembrare comica, o forse tragica, e continua con imperturbabile lentezza la sua guerra Baltica. Perché il problema non è l’Ucraina, ovviamente, ma l’influenza sul mare del Nord, l’unico che interessa ai popoli di stirpe ugrofinnica.
Lo scontro Elon-Donald promette purtroppo sviluppi, e come in Rocky con Ivan Drago, uno solo rimarrà in piedi, e vedremo chi è. Trump ha il potere di incidere sugli investimenti di Musk, di fargli male soprattutto sui progetti satellitari, ma con la sua piattaforma politicamente scorretta Elon può distruggere il consenso del neo Presidente, che ricordiamo è un Tycoon, per cui il consenso è tutto. Se Musk entrerà in politica come ha minacciato non lo sappiamo. Sappiamo però che non è questo il mondo occidentale che volevamo, o forse il problema è proprio quello. Sappiamo quello che volevamo? O ci siamo cullati, senza un pensiero solido, ma piuttosto liquido, nello scivolo della Storia?
