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“Tutto falso”. Garlasco, spunta il nuovo testimone: le sue parole possono cambiare tutto

Pubblicato: 06/06/2025 10:04

Si riapre una ferita mai rimarginata. Gli inquirenti della Procura di Pavia continuano a scavare nel caso del delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. Al centro della nuova indagine c’è Andrea Sempio, oggi indagato, la cui posizione è tornata sotto la lente della magistratura. In particolare, gli investigatori si stanno concentrando su tempi, testimonianze e alibi familiari, ritenuti non del tutto coerenti. A cominciare da quelli forniti dalla madre, Daniela Ferrari, la cui versione dei fatti, messa a verbale anni fa, è ora oggetto di numerose incongruenze.

Secondo quanto riportato dal Messaggero, i dubbi nascono analizzando il traffico telefonico tra Sempio e la madre nei giorni a ridosso dell’omicidio. Tra il 12 e il 13 agosto 2007, i due si sarebbero scambiati diversi messaggi, anche la mattina stessa del delitto, alle 8.47 e alle 9.09. Entrambi sono stati convocati dagli inquirenti, ma le loro dichiarazioni si contraddicono in modo significativo. Daniela Ferrari, in un verbale del 15 febbraio 2017, dichiarava di essersi alzata verso le 7.30 e di aver lasciato casa alle 8.15 per andare a fare delle commissioni a Gambolò, per poi rientrare alle 10. Ma il racconto di Andrea e altri riscontri la collocano invece a Vigevano, dove si trovava un conoscente.

Una discrepanza ritenuta cruciale dagli inquirenti. L’ipotesi investigativa è che la madre di Sempio possa non aver detto tutta la verità. Secondo gli inquirenti, quella mattina non sarebbe mai andata a Gambolò, come dichiarato, ma sarebbe stata a Vigevano, dove avrebbe preso un biglietto del parcheggio. Questo particolare, se confermato, potrebbe indebolire l’alibi del figlio, che si basa anche sulla sua presunta presenza in casa con lei in quella fascia oraria. La Procura avrebbe voluto contestarle ufficialmente la contraddizione, ma finora non è stato possibile.

Il 28 aprile, quando viene convocata di nuovo nella caserma dei carabinieri di via Moscova a Milano, Daniela Ferrari si avvale della facoltà di non rispondere. Ma prima di andarsene, reagisce con sgomento a una domanda degli investigatori che le chiedono un chiarimento su un ex vigile del fuoco amico di famiglia: «Cosa c’entra?», dice visibilmente scossa, prima di avere un malore ed abbandonare in lacrime l’edificio. Nessun confronto, dunque, sulle discrepanze con la versione del figlio.

Altro elemento chiave che perde consistenza è il ticket del parcheggio presentato nel 2008 da Andrea Sempio. In quel periodo si riteneva che Chiara fosse stata uccisa tra le 10.30 e le 12, e lo scontrino sembrava escludere la presenza dell’indagato sul luogo del delitto. Ma oggi, con la revisione dell’orario della morte tra le 9.12 e le 9.35, il biglietto non ha più valore assolutorio. Questo spostamento temporale rimette in discussione la possibile presenza di Sempio nell’abitazione di Chiara, proprio nelle ore cruciali.

A complicare ulteriormente il quadro sono le intercettazioni ambientali registrate il 10 febbraio 2017 a bordo dell’auto di famiglia. In una conversazione tra Andrea e il padre, Giuseppe Sempio, l’uomo afferma di aver detto ai pm che Andrea era a casa con lui quella mattina. «Mi sono svegliato, ho preso il caffè, poi si è svegliato anche lui e ha aspettato la mamma». Una testimonianza che sembrerebbe sostenere l’alibi.

Ma le parole del figlio, raccolte quello stesso giorno, non sono altrettanto ferme: «Credo ci fosse a casa mio padre, ma non riesco a ricordare oggi se ci fosse effettivamente». Una dichiarazione vaga, che alimenta ulteriori interrogativi. Gli inquirenti ritengono che il quadro fornito dalla famiglia Sempio sia costellato di contraddizioni, e intendono approfondire ogni elemento, per chiarire se quanto dichiarato sia frutto di errori di memoria o di una ricostruzione costruita a posteriori.

Il caso Garlasco, dunque, si arricchisce di nuove piste e potenziali snodi investigativi, a quasi vent’anni dalla morte della giovane Chiara. La Procura di Pavia continua a vagliare le posizioni dei soggetti coinvolti, alla ricerca di risposte definitive in uno dei delitti più controversi della cronaca nera italiana.

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