
Khaby Lame, il tiktoker più seguito al mondo con oltre 160 milioni di follower, sarebbe stato arrestato negli Stati Uniti per presunte violazioni delle leggi sull’immigrazione. La notizia, esplosa nelle ultime ore, nasce da un post su X pubblicato da Bo Loudon, influencer conservatore noto per i suoi legami con Barron Trump, figlio del presidente Usa.
Nel messaggio, Loudon definisce Lame una “star di TikTok di estrema sinistra” e sostiene che il fermo sarebbe avvenuto a Las Vegas. Secondo la sua versione, Lame si troverebbe ora nel centro di detenzione di Henderson, in Nevada, sotto la custodia dell’Ice, l’agenzia federale che si occupa dei controlli sull’immigrazione.
Il nome non compare nei registri dell’Ice

La notizia è stata subito rilanciata da diversi siti e piattaforme, ma al momento nessuna conferma ufficiale è arrivata dalle autorità statunitensi. Non solo: il nome di Khabane Serigne Lame, questo il nome completo del tiktoker, non compare nel database pubblico dell’Ice, dove è possibile verificare lo status di qualsiasi persona trattenuta nei centri federali.
Un dettaglio non da poco, che lascia spazio a più di un dubbio sull’attendibilità del post di Loudon. Anche perché l’entourage di Lame, almeno per ora, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito.
Parla l’ex manager: “Da mesi nessun contatto”
A prendere posizione è stato però Nicola Paparusso, ex manager di Khaby Lame: “I nostri rapporti si sono interrotti da qualche mese” ha spiegato, aggiungendo che “ora di lui e della sua immagine si occupa la famiglia dal Senegal”. Ma ha anche lasciato intendere che, se davvero ci fosse stato un arresto, potrebbe trattarsi di una semplice irregolarità amministrativa.

“Khaby è un bravo ragazzo – ha detto Paparusso –. Potrebbe trattarsi di problemi di visto per lavorare negli Stati Uniti, o magari di natura fiscale, legati ai compensi guadagnati negli Usa senza dichiarazione adeguata”.
Nessuna conferma, ma anche nessuna smentita
Nel frattempo, la notizia continua a rimbalzare sui social, alimentando un cortocircuito mediatico che mischia speculazioni politiche, scontri tra influencer e i confini — sempre più sottili — tra verità e propaganda. Bo Loudon, nel suo post, sembra voler strumentalizzare il caso a fini ideologici, attribuendo a Lame una “militanza” che in realtà non gli è mai stata riconosciuta.
Senza una conferma ufficiale da parte delle autorità o una smentita dall’attuale staff del tiktoker, il caso resta sospeso. E in attesa di capire se si tratta di una bufala amplificata dalla politica o di un vero problema legale per una delle star più celebri dei social.