
Nel verde di villa Pamphili, a Roma, lì dove la città si perde tra i sentieri alberati e le corse mattutine, è accaduto qualcosa che spezza il silenzio e toglie il fiato. Poco oltre una siepe, in una zona frequentata da runner e famiglie, qualcuno ha visto ciò che nessuno avrebbe voluto vedere: il corpo di una neonata. Poi, durante i rilievi, a duecento metri di distanza, un secondo cadavere. Quello di una donna, chiuso in un sacco.
La scena si è composta poco alla volta, nel cuore di uno dei parchi più grandi e amati della Capitale, tra via Leone XIII e via Aurelia Antica, non lontano da un bistrot. Lì, ai bordi del sentiero battuto ogni giorno da centinaia di persone, i passanti hanno intravisto un corpicino tra i rovi e hanno dato l’allarme.
Il corpo della bambina, nessun trauma evidente
La neonata, dall’età apparente compresa tra i cinque e i sette mesi, aveva la carnagione chiara e i capelli neri. Era riversa nei pressi di una siepe, in una zona boscosa. Secondo quanto riferito, non presentava traumi evidenti, ma solo alcune lesioni a un braccio e alla mano destra. I primi rilievi non permettono ancora di stabilire le cause della morte.
Sono stati i dipendenti del bistrot a essere ascoltati dagli investigatori, insieme ad alcuni testimoni che stavano facendo jogging nella zona. Sul posto sono arrivati gli uomini della Squadra Mobile, della Polizia Scientifica, la Polizia Locale, i vigili del fuoco e il pubblico ministero di turno. L’area è stata transennata e sottoposta a sequestro.

Il secondo cadavere in un sacco a duecento metri
Mentre proseguivano i sopralluoghi, la scoperta del secondo corpo: una donna adulta, rinvenuta in un sacco nero a circa due-trecento metri dal punto in cui era stata trovata la neonata. Un ritrovamento che cambia radicalmente la portata del caso e orienta le indagini verso un possibile collegamento tra i due cadaveri.
Gli investigatori non si sbilanciano. Tutte le ipotesi sono al vaglio: dal duplice omicidio al gesto disperato di una madre, fino all’eventualità di un omicidio-suicidio. I corpi sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti medico-legali.
Nel frattempo, le domande restano sospese nell’aria di un parco che oggi ha smesso di essere solo un’oasi di quiete. Chi erano quella donna e quella bambina? Chi le ha portate lì? E soprattutto: perché?