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Norvegia-Italia, la frecciata durissima di Adani: “Chi conosce il calcio, altro che…”. Ce l’ha proprio con lui

Pubblicato: 07/06/2025 09:21

Una sconfitta netta, che fa rumore: l’Italia cade 3-0 contro la Norvegia, lasciando spazio a riflessioni tecniche ma anche a polemiche sul racconto sportivo. Al termine della gara, Daniele Adani, voce tecnica della Rai ed ex difensore azzurro, ha commentato con tono deciso la prestazione degli uomini in maglia azzurra, lanciando anche una stoccata ai colleghi che nei giorni precedenti avevano forse sottovalutato l’impegno.
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Chi conosce il calcio sa che questa era una partita difficile“, ha dichiarato Adani ai microfoni della tv pubblica. Una frase che suona come una risposta polemica a chi avrebbe trattato con leggerezza il valore dell’avversario. La Norvegia, infatti, ha dominato l’incontro, imponendosi con autorevolezza grazie alle prestazioni dei suoi talenti offensivi, da Haaland a Sorloth, passando per il giovane Nusa.

Un messaggio diretto agli “esperti”

L’analisi di Adani si è fatta più articolata: “È una brutta lezione. Ma chi racconta il calcio in maniera seria, conosce i campionati, ha rispetto del gioco e controlla anche per professione il valore dei calciatori, sa e sapeva che questa era una sfida difficile“, ha insistito. Una dichiarazione che non si limita al campo, ma che punta a una più ampia riflessione sul giornalismo sportivo, sulla competenza e sull’approccio al racconto calcistico.

Mai avrei pensato a una sconfitta per 3-0, ma non ho mai sottovalutato questa squadra”, ha aggiunto, lasciando intendere che altri, invece, l’abbiano fatto.

Norvegia Italia Adani Caressa

Il precedente: Adani vs Caressa

Per comprendere il contesto, occorre tornare a gennaio, quando Adani, durante una diretta su Twitch, aveva già criticato aspramente alcune opinioni emerse sul valore della Norvegia. In quella circostanza, l’ex calciatore aveva usato toni duri: “Qualche coglione che non sa fare questo lavoro dice ‘dobbiamo aver paura della Norvegia?’ Me lo hanno riportato, devo chiamarti col tuo vero nome, coglione…“.

Parole che non passarono inosservate, soprattutto per il riferimento implicito a Fabio Caressa, storica voce di Sky. Pur senza mai nominarlo esplicitamente, Adani sembrava indirizzare la sua critica proprio a lui, generando un botta e risposta a distanza che ha segnato i mesi successivi.

Caressa: “Mai con violenza, nemmeno verbale”

A seguito delle dichiarazioni di Adani, Fabio Caressa rispose con ironia, definendosi “Voldemort, colui che non può essere nominato“, sottolineando con un sorriso l’impossibilità (o volontà) del collega di evitare il suo nome.

Ma oltre all’ironia, Caressa aveva scelto toni più riflessivi per rispondere agli insulti ricevuti: “Nel calcio non esistono nemici, ma avversari. Noi con il microfono trasmettiamo cultura, anche parlando di sport. Si possono avere discussioni, anche accese, ma la rabbia e l’insulto non fanno parte di questo mondo”.

Un messaggio chiaro, volto a riportare il dibattito sportivo su binari di rispetto e dialogo, anche nei casi di forte disaccordo. “Serve rispetto, senza insultare. È importante parlare e ascoltare l’altro, non farsi riferire le cose ma ascoltarlo direttamente”, aveva aggiunto il giornalista. “Arrivare a insultare perché una persona ha un’idea diversa da te è pericoloso, riporta a momenti molto bui”.

Il microfono come responsabilità

La contrapposizione tra Adani e Caressa sembra andare oltre la singola partita. In gioco non c’è solo un giudizio tecnico, ma due modi differenti di intendere il ruolo del commentatore sportivo. Da un lato, l’approccio viscerale, diretto, senza filtri. Dall’altro, un richiamo continuo alla misura, alla responsabilità che deriva dall’avere un microfono davanti a milioni di persone.

L’insulto per chi non è d’accordo è veramente il buio“, aveva concluso Caressa. “Bisogna stare attenti. Io non ho la pretesa di avere la verità in mano né di educare, ma voglio trasmettere un messaggio senza violenza, anche verbale. Io continuerò con le mie idee sempre con rispetto, mai con maleducazione“.

Un dibattito acceso che continua

La sconfitta contro la Norvegia ha riacceso vecchie tensioni, rendendo evidente come in Italia il racconto calcistico sia spesso anche un campo di confronto ideologico. Daniele Adani e Fabio Caressa, con le loro posizioni lontane e il diverso linguaggio, incarnano due facce del dibattito sportivo contemporaneo: una più ruvida e passionale, l’altra più misurata e istituzionale.

In attesa della prossima partita degli azzurri, resta il rumore di fondo: tra risultati del campo, opinioni forti e richiami al rispetto reciproco, il calcio continua a essere, più che mai, lo specchio di un paese che discute, si divide, si accende. Anche davanti a un microfono.

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