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Spalletti a un passo dall’esonero: martedì è il giorno cruciale. Cosa succede

Pubblicato: 07/06/2025 12:26

Il futuro di Luciano Spalletti non è mai stato così incerto. Dopo la rovinosa sconfitta per 3-0 contro la Norvegia, la sua permanenza sulla panchina della Nazionale è appesa a un filo sottile, logoro, e forse già spezzato. Il tracollo di Oslo non ha solo compromesso il primo posto nel girone: ha riaperto vecchie ferite, ha fatto crollare le certezze, ha rimesso tutto in discussione. Anche chi siede sulla panchina azzurra.

Il momento è delicatissimo. A Coverciano si cerca di salvare il salvabile in vista della partita con la Moldova, ma la sensazione è che lunedì si giochi solo per guadagnare tempo. Il vero match decisivo sarà martedì, lontano dal campo: nello studio di Gabriele Gravina, dove il c.t. e il presidente della FIGC si troveranno faccia a faccia per decidere se andare avanti insieme — o separarsi.

Incubo play-off, l’Italia di nuovo sull’orlo del baratro

La classifica dice che nulla è ancora perduto, ma la realtà racconta altro. La Norvegia ha annientato l’Italia sul piano fisico, tecnico e mentale. È riemerso l’incubo del play-off, l’ultima spiaggia già fatale due volte negli ultimi otto anni. Sarebbe la terza assenza consecutiva dai Mondiali, un disastro assoluto. E se non cambia qualcosa subito, sarà difficile evitarlo.

Spalletti è sotto pressione come mai prima. Dopo una parziale ripresa in Nations League, l’ex tecnico del Napoli è tornato nel mirino di stampa, tifosi e federazione. Avrebbe voluto anticipare il confronto con Gravina, segno che si sente in discussione. Ma non ha più in mano le redini dello spogliatoio, né quelle dell’opinione pubblica.

Il gruppo lo difende a parole, ma in campo è un deserto

Nel dopopartita di Oslo sono arrivate parole concilianti da parte dei giocatori. Il giovane Coppola ha parlato di “mancanza di reazione”, Barella ha provato a mostrare ottimismo: “Nulla è impossibile”. Ma la verità è che si tratta di frasi vuote, scollegate da ciò che si è visto in campo. L’Italia è spenta, confusa, arrendevole. E il gruppo, più che unito, appare smarrito.

Anche Di Lorenzo, uno dei leader, ha ammesso che la squadra ha subito “un calo fisico e mentale”. Nessuno si aspettava una sconfitta così netta, ma è proprio questo il punto: l’Italia non sa più leggere le partite, non ha un piano B, non riesce a reagire. E quando crollano testa e gambe, spesso non è più solo un problema tecnico.

Contro la Moldova si gioca per salvare la faccia

La partita di lunedì contro la Moldova non vale solo tre punti: vale una narrazione, un clima, una speranza. Spalletti potrebbe cambiare parecchio, soprattutto a centrocampo e in attacco, ma servirà ben altro che una vittoria di facciata. Servirà un segnale forte. E non è detto che basti comunque a salvargli la panchina.

Martedì sarà comunque il giorno del giudizio. Gravina non può ignorare la gravità del momento. La Nazionale è in crisi di risultati, ma anche di identità. E se anche arrivasse un successo contro la Moldova, la valutazione sarà più ampia: si giudicheranno idee, gestione, prospettive. E la risposta potrebbe essere già scritta.

Spalletti in bilico, progetto da rifare

In questo momento il c.t. sembra isolato, senza una vera struttura attorno. Nessun direttore tecnico a supporto, poche figure di peso vicino. E la sua energia, quella che aveva trascinato il Napoli allo scudetto, appare evaporata in un contesto che lo ha svuotato. Spalletti si è perso e con lui si è perso anche l’entusiasmo.

Se dovesse arrivare l’esonero, la FIGC dovrà interrogarsi anche su sé stessa. Non basta cambiare il timoniere se la barca fa acqua da tutte le parti. Ma oggi il problema più urgente è uno: l’Italia è di nuovo nel caos. E rischia di restarci a lungo.

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