Vai al contenuto

Spalletti, panchina a termine: ecco chi potrebbe essere il successore

Pubblicato: 07/06/2025 14:41

La calma che si respira a Coverciano è solo apparente. I telefoni squillano, i silenzi pesano più delle parole e chi ha il polso dello spogliatoio lo sa: la Nazionale si è rotta. Non solo per il risultato umiliante contro la Norvegia, ma per un clima interno che da settimane è sfuggito di mano. Le gerarchie non reggono più, i giovani si sentono abbandonati, i veterani disillusi. E Luciano Spalletti, che avrebbe dovuto essere il catalizzatore di una rifondazione, oggi appare fuori asse, lontano dal gruppo e dalle sue dinamiche.

All’interno della FIGC, da giorni si ragiona sull’eventualità di un cambio. Nessuno vuole alzare la voce, ma la parola esonero è già stata pronunciata in più di una riunione. Il confronto previsto dopo Italia-Moldova non sarà solo tecnico, ma soprattutto politico. Se la squadra non offrirà segnali evidenti di ripresa, l’allontanamento del ct sarà inevitabile.

Spalletti non intende dimettersi, ma ha perso appoggi importanti

Chi lo conosce lo descrive ancora convinto del suo lavoro. Non ammette errori, non accetta letture critiche, e continua a difendere le sue scelte come parte di un progetto lungo. Ma il tempo è scaduto. Dopo la debacle di Oslo, nessuno tra i dirigenti si è fatto avanti per coprirgli le spalle. Un segnale forte. All’interno dello staff si percepisce chiaramente il gelo tra il tecnico e i piani alti della Federazione. Spalletti resta, ma non è più difeso.

Nel frattempo si valutano alternative. Il nome che ricorre di più è quello di Claudio Ranieri. Figura di garanzia, profilo di esperienza, gradito a entrambi gli schieramenti interni. Ma non è l’unico: c’è anche chi spinge per un traghettatore “tecnico” con un profilo federale, per poi ripartire dopo l’Europeo con una soluzione definitiva. Il tempo stringe e la scelta va fatta con attenzione. Ma un dato è certo: la fiducia è finita.

Il gruppo è spaccato, la Nazionale senza identità

Il disagio più profondo è quello tattico. La squadra non sa più chi è. Cambiano i moduli, cambiano gli interpreti, ma resta l’impressione di una Nazionale che non sa attaccare e che non sa difendersi. Spalletti ha provato a imporre le sue idee, ma ha trovato resistenze forti e una rosa che non sembra adatta al suo calcio. Il risultato è un ibrido: sterile, prevedibile, fragile.

Martedì, contro la Moldova, si gioca l’ultima carta. Ma anche in caso di vittoria, se non arriverà un segnale netto di svolta, la scelta sarà presa. In silenzio, ma in fretta. Spalletti non sarà più il commissario tecnico dell’Italia. Lo è già solo sulla carta.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 07/06/2025 15:01

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure