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Al Bano, la decisione shock: “Andrò in Russia per il concerto per la pace”. Scoppia la polemica

Pubblicato: 08/06/2025 18:20

La relazione tra conflitti armati e il mondo dello spettacolo è spesso controversa. Gli artisti, con il loro potere comunicativo, si trovano in bilico tra la necessità di esprimere un messaggio universale e il rischio di apparire politicamente schierati. In situazioni di conflitto, ogni gesto pubblico assume un peso simbolico che può influenzare l’opinione pubblica in modo significativo.

Per molti, la musica rappresenta uno strumento di pace capace di unire popoli e culture, al di là delle divisioni politiche. Tuttavia, l’impatto di un’esibizione in un Paese coinvolto in una guerra solleva interrogativi: è possibile separare l’arte dal contesto in cui si svolge? Questa è la sfida che Al Bano si è trovato ad affrontare con la sua scelta di tornare a esibirsi in Russia.

Un concerto “per la pace” in un Paese in guerra

Questa la motivazione di Al Bano, che il 20 giugno terrà un’esibizione a San Pietroburgo. Una decisione che segna un netto cambio di rotta rispetto alle sue dichiarazioni di due anni fa, quando il cantante pugliese aveva escluso un ritorno in Russia finché non fosse finito quello che definiva «un periodo nero».

Nel gennaio 2023, Al Bano aveva rivolto un appello diretto al presidente Vladimir Putin, invitandolo a «chiudere le porte della guerra e aprire quelle della pace». Oggi, pur riconoscendo che il conflitto persiste, il cantante giustifica la sua scelta: «Secondo me la pace sta arrivando. E tutti i fautori della pace devono intervenire».

L’evento, però, rischia di essere interpretato come una mossa ambigua, vista la vicinanza del presidente russo al mondo dello spettacolo e della cultura. Al Bano ribatte alle critiche citando figure come Giovanni Paolo II e il giudice Giovanni Falcone: «Meglio il coraggio di vivere che la paura».

La controversia e il ritorno in Russia

La partecipazione al concerto avrà anche una dimensione simbolica: Al Bano sarà accompagnato da Iva Zanicchi e dalla sua band. Entrambi artisti amati in Russia, la loro presenza intende rafforzare il messaggio di pace. Tuttavia, non mancano i dubbi sull’opportunità di tale scelta, considerato il contesto geopolitico.

Al Bano non è il primo artista italiano a mantenere un legame artistico con la Russia durante il conflitto. Pupo, altro nome celebre, ha continuato a esibirsi nel Paese anche negli anni più difficili, arrivando a cantare al Palazzo di Stato del Cremlino davanti a migliaia di spettatori.

La posizione del cantante

«La guerra è una tragedia per tutti», afferma Al Bano, sottolineando l’urgenza di cancellare questa parola dal vocabolario umano. Un appello che, seppur sincero, si scontra con la complessità della situazione e con il rischio che l’evento venga percepito come una forma di sostegno implicito al regime russo.

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