Negli ultimi giorni, una notizia agghiacciante ha scosso profondamente il mondo del calcio dilettantistico piemontese. Un giovane atleta, ancora in attività e pieno di progetti, è stato stroncato da un malore improvviso mentre si trovava nella sua abitazione. Un evento luttuoso che ha colpito e si è diffuso rapidamente tra le compagini sportive del territorio, scatenando ondate di sgomento e incredulità.
Non si trattava di un professionista delle serie maggiori, ma proprio per questo la vicenda assume contorni ancora più dolorosi: nella semplicità di un campionato minore, tra amici e compagni di squadra, si consumano passioni genuine, dove il campo è luogo di inclusione, sforzi collettivi e profondo senso di comunità. L’idea che la morte possa entrare così, all’improvviso, nella quotidianità di un atleta sano, diventa un pugno allo stomaco per tutti coloro che, con lui, hanno condiviso allenamenti, trasferte, vittorie, sconfitte e sogni di gloria amatoriale.
L’evento ha coinvolto una comunità intera: dirigenti, mister, tifosi, famiglie. Molti raccontano di una persona riservata ma solare, pronta a fare squadra in ogni situazione. Dove prima c’era leggerezza, ora c’è silenzio e incredulità. L’eco del malore ha rotto il normale fluire della vita, imponendo a tutti un momento di riflessione sul senso profondo dello sport e sulla sua fragilità.
Federico Bricco morto all’età di 31 anni
Federico Bricco, difensore di origini ceranesi, 31 anni, operaio di professione ma calciatore per passione, ha militato con orgoglio nella squadra amatoriale del Trecate, in Prima Categoria, vestendo la maglia biancorossa per sette stagioni consecutive, tra un’esperienza e l’altra. La sua morte, causata probabilmente da un malore improvviso, ha sconvolto tutti.
Dalla serata di venerdì, dopo il drammatico episodio, molte persone si sono strette intorno ai familiari e agli amici del giovane, mentre la sua società ha espresso parole di grande affetto e commozione. I contatti con la stampa sportiva hanno restituito l’immagine di un ragazzo impegnato tanto in campo quanto nella vita al di fuori di esso, con una forte etica professionale e una sincera amicizia verso tutti quelli che incontrava.
La comunità locale, interdetta, ha iniziato a condividere ricordi e testimonianze affettuose, elogiando l’umanità della persona scomparsa. Non sono solo i risultati sportivi a emergere, ma soprattutto la generosità, il sorriso, l’essere punto di riferimento per compagni più giovani. In tal modo, quel malore arriva a segnare non solo una perdita individuale, ma una ferita aperta nella rete stessa del calcio locale, dove legami di amicizia e rispetto crescono giorno dopo giorno.
Chi era
La sua carriera era cominciata con le giovanili del Centro Giovanile Cerano, per poi proseguire con esperienze importanti in categorie come la Promozione e anche in formazioni vicine come Borgolavezzaro, tra Seconda e Prima Categoria. Nel Trecate aveva trovato casa già dal 2012‑2013, relegato al ruolo di fuoriquota nella rosa di Promozione, e poi era tornato nel 2016‑2017, prima di intraprendere il breve ma significativo percorso al Borgolavezzaro. Alla fine, aveva fatto ritorno al Trecate dal 2021, portando esperienza, presenza e impegno, con ben 28 presenze nel solo ultimo campionato e perfino una rete memorabile contro il Cigliano, lo scorso novembre.
Il malore, avvenuto durante la notte nell’abitazione di Cerano, non ha lasciato scampo: per i sanitari intervenuti, ogni tentativo è risultato vano . Ora, la data per i funerali non è ancora stata confermata, ma pare che verranno celebrati proprio nel suo paese di residenza, Cerano, dove lascia una famiglia e tanti amici devastati dal dolore