
Si sono aperte questa mattina le urne per i cinque quesiti referendari e i ballottaggi delle amministrative, ma i primi dati di affluenza evidenziano una partecipazione piuttosto contenuta. Le cifre preliminari confermano l’importanza della mobilitazione dell’elettorato per raggiungere il quorum, elemento imprescindibile per rendere validi i risultati dei referendum, ma che appare sempre più complesso da ottenere negli ultimi anni.
Alle 19 verrà rivelata a quanto si attesta l’affluenza, che per il voto ai referendum, che alle alle 12 si fermava al 7,4% degli aventi diritto. I dati, elaborati da Youtrend, mostrano una partecipazione maggiore al Centro-Nord, mentre al Sud non supera il 6%. Per confronto, nel 2011, in occasione del referendum sull’acqua pubblica, il dato iniziale era stato dell’11,6%. Quest’anno gli elettori sono chiamati a esprimersi su cinque quesiti, e dai primi dati emerge che la maggior parte di chi si è recato alle urne ha votato per tutti i quesiti proposti.
L’esito del referendum dipenderà fortemente dall’affluenza nelle prossime ore, ma i dati parziali non lasciano ben sperare per il raggiungimento del quorum. La tendenza degli ultimi anni a un calo della partecipazione, unita alla scarsa visibilità mediatica della consultazione, potrebbe compromettere la validità del risultato. Se il quorum non sarà raggiunto, si rischia di rafforzare ulteriormente la percezione di inutilità di questo strumento democratico, con implicazioni significative sul piano politico e istituzionale. Tuttavia, un eventuale exploit di partecipazione nelle aree tradizionalmente più attive, come il Centro-Nord, potrebbe ribaltare le previsioni e restituire al referendum una centralità politica.

Emilia-Romagna al primo posto per partecipazione
La Emilia-Romagna si conferma la regione con l’affluenza più alta, registrando il 10,9% degli aventi diritto, ben oltre la media nazionale. Tra le province, spiccano Bologna con il 13,3% e Reggio Emilia con il 12,3%. Anche nei Comuni più piccoli della regione si registrano dati significativi, come a Fabbrico, dove l’affluenza è stata del 18,4%, e a Cavriago, con il 15,2%. Al contrario, in fondo alla graduatoria si trovano le province di Vibo Valentia e Agrigento, ferme al 3,2%.
I dettagli per area geografica e quesito
Le percentuali di affluenza mostrano una netta differenza tra le aree geografiche. Il Nord Ovest registra una partecipazione dell’8,2%, il Nord Est dell’8,4%, il Centro dell’8,5%, mentre il Sud e le Isole si fermano rispettivamente al 5,7% e al 5%. Nelle città con oltre 100mila abitanti, la partecipazione supera il 9%, contro il 7% registrato nei centri più piccoli.
Per i singoli quesiti, i dati comunicati dal ministero dell’Interno evidenziano scarti minimi tra le schede. Il primo quesito, riguardante il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, ha visto un’affluenza del 7,41%, stesso dato registrato per il secondo quesito sulle indennità per licenziamenti nelle aziende con meno di 15 dipendenti. Per il terzo quesito, relativo alla causale per i contratti a tempo determinato, l’affluenza è leggermente salita al 7,43%. Il quarto quesito, sulla responsabilità solidale negli appalti, si attesta al 7,42%, così come il quinto quesito, relativo alla cittadinanza.
Anche l’affluenza per le amministrative, che si ferma all’11,88%, segna un calo rispetto al 14,05% registrato durante il primo turno.

Il dato sull’affluenza conferma una tendenza ormai consolidata verso una partecipazione sempre più ridotta agli appuntamenti elettorali, soprattutto quando si tratta di referendum. Questo fenomeno potrebbe essere interpretato come un segnale di disaffezione dell’elettorato verso le istituzioni, o una difficoltà a comunicare l’importanza di determinate scelte politiche ai cittadini.
Dal punto di vista politico, questi numeri potrebbero avere conseguenze significative, influenzando la capacità di legittimare i risultati e di spingere su eventuali riforme collegate ai quesiti. Partiti e movimenti dovranno interrogarsi su come riorientare le loro campagne per riportare gli elettori alle urne, puntando su temi più sentiti e su una comunicazione più incisiva, specie nelle aree che registrano affluenze particolarmente basse.