
La mattina era iniziata come tante, con le strade della capitale già inondate di traffico e la consueta fretta dei pendolari. A Bogotá il cielo era terso, l’aria fresca. Nei parchi, nei mercati, nelle aule scolastiche, il tempo sembrava procedere secondo un ordine ordinario e fragile, quando all’improvviso ogni cosa si è come incrinata.
Il terreno ha vibrato per lunghi secondi. Non una scossa fugace, ma un’onda lenta, profonda, che ha fatto tremare i vetri, oscillare i lampioni, sgretolare la quiete. Il panico ha attraversato i volti: chi è corso fuori, chi ha cercato i figli, chi ha solo pregato. In pochi istanti, l’ansia è diventata corpo, rumore, polvere. La città, e con lei buona parte del paese, ha sentito di nuovo il peso antico della terra che si ribella.

Scossa di magnitudo 6,5 con epicentro a Paratebueno
Alle 8:08 ora locale, una forte scossa di magnitudo 6,5 ha colpito la Colombia con epicentro nel comune di Paratebueno, nel dipartimento di Cundinamarca, a meno di 150 chilometri da Bogotá. Il sisma è stato registrato a profondità superficiale, attorno ai 25 chilometri, e ha provocato intense vibrazioni in numerose regioni del paese.
Oltre alla capitale, il terremoto è stato avvertito distintamente nei dipartimenti di Meta, Santander, Tolima, Valle del Cauca e Antioquia, generando un’ondata di evacuazioni preventive e controlli in decine di edifici pubblici e privati.
Nessun ferito, ma controlli in corso in diverse città
Secondo le prime informazioni raccolte dalla Unità nazionale per la gestione del rischio (UNGRD), al momento non si registrano vittime o feriti gravi, ma sono ancora in corso verifiche tecniche soprattutto nelle aree rurali più vicine all’epicentro. L’edilizia più fragile è sotto osservazione a Medina, Paratebueno, Restrepo e in altri piccoli comuni della zona.
A Bogotá sono scattate le procedure di evacuazione in scuole, uffici e centri commerciali. Le autorità locali hanno chiesto alla popolazione di evitare rientri affrettati e di segnalare qualsiasi danno strutturale alla linea di emergenza 123. Al momento, le infrastrutture principali risultano integre, ma sono in atto ispezioni a ponti, viadotti e reti ferroviarie.
Alta tensione anche sulla Vía al Llano
Particolarmente delicata la situazione lungo la Vía al Llano, la strada che collega Bogotá a Villavicencio, dove sono state temporaneamente sospese le attività di transito per permettere alla Coviandina, la concessionaria che gestisce la tratta, di effettuare rilievi sulla tenuta di viadotti e gallerie.
I residenti nella zona hanno riferito di “scosse forti e prolungate”, ma anche di assenza di crolli evidenti. Tuttavia, la paura è ancora tangibile: nelle comunità più esposte, la notte sarà probabilmente passata all’aperto.
Allerta repliche e sorveglianza continua
I sismologi dell’Instituto Geológico Colombiano (SGC) hanno confermato che l’evento principale potrebbe essere seguito da repliche di magnitudo minore, invitando la popolazione a non abbassare la guardia. L’intera zona interessata è parte del cosiddetto Cinturone di fuoco del Pacifico, una delle aree sismicamente più attive al mondo.
Il governo ha ribadito che “la situazione è sotto controllo” ma ha esortato a seguire solo fonti ufficiali per ogni aggiornamento. Al momento, la priorità è verificare stabilità degli edifici e garantire assistenza psicologica e logistica a chi è stato costretto a lasciare la propria abitazione.
Paura ma anche prontezza, il paese reagisce
Le immagini trasmesse dai social e dai media locali mostrano una popolazione spaventata ma composta, pronta a reagire con lucidità. I volontari della protezione civile si sono mobilitati in pochi minuti, così come le squadre di vigili del fuoco e i reparti medici d’urgenza.
Il presidente colombiano ha diffuso un messaggio di rassicurazione, lodando la prontezza delle autorità locali e dichiarando: “È un momento in cui il sangue freddo è la nostra miglior difesa”. Per ora, la Colombia ha resistito. Ma il cuore del paese resta in allerta, in attesa che la terra smetta di tremare.