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Esercito in strada contro la rivolta dei migranti: città nel caos

Pubblicato: 09/06/2025 08:21
Los Angeles Guardia Nazionale

Al secondo giorno di scontri nelle strade di Los Angeles, in seguito ai raid anti-immigrati condotti dall’Ufficio immigrazione federale, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ordinato l’invio di duemila riservisti della Guardia nazionale. Una mossa drastica, decisa per reprimere le proteste esplose in varie zone della città. I primi trecento militari si sono posizionati in tre aree sensibili, teatro di violente contestazioni sin da venerdì.
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La situazione si è aggravata nel quartiere di Hollywood, per poi degenerare sabato a Paramount, una zona a prevalenza ispanica, dove le proteste sono diventate vere e proprie rivolte urbane. Nelle strade restano evidenti i segni degli scontri: auto carbonizzate, vetri infranti e l’odore persistente dei lacrimogeni usati nella notte dalle forze dell’ordine.

Scontri duri e uso della forza

Secondo una troupe della Cnn presente sul posto, la polizia ha usato manganelli e ha lanciato granate stordenti nel tentativo di disperdere i manifestanti. La giornalista di Ansa ha riferito di aver visto agenti della Guardia nazionale sparare proiettili di gomma diretti agli occhi e alle gambe. A rincarare la dose, cinquecento marines sono pronti a essere schierati, su ordine del segretario alla Difesa Pete Hegseth, che ha annunciato un piano operativo straordinario.

I soldati, in tenuta da combattimento, hanno presidiato anche il Metropolitan Detention Center, dove sono detenuti numerosi immigrati irregolari. È un’azione militare senza precedenti: la prima volta dal 1965 che un presidente schiera le forze armate senza una richiesta da parte del governo statale. L’ultimo a farlo fu Lyndon Johnson, ma in difesa dei diritti civili. Allora si trattava di proteggere manifestanti pacifici. Oggi, il contesto è ben diverso.

Parole dure tra Casa Bianca e istituzioni locali

Il clima si è ulteriormente infiammato dopo le dichiarazioni di Hegseth, che ha messo in allerta altri marines dislocati a sud di Los Angeles, pronti a intervenire dal campo militare di Camp Pendleton. «Sotto il presidente Trump – ha affermato – la violenza e la distruzione contro agenti e proprietà federali non saranno tollerate». Un avvertimento diretto, che ha generato una dura reazione.

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha denunciato il comportamento del presidente come «squilibrato» e «volutamente incendiario». Secondo Newsom, non vi sarebbe alcuna carenza di forze dell’ordine tale da giustificare l’intervento militare. La Casa Bianca, in risposta, lo ha accusato di «inerzia».

Accuse e sospensioni tra media e politica

In un messaggio pubblicato su Truth, Trump ha attaccato direttamente la stampa, accusandola di minimizzare gli eventi e definendo i manifestanti «invasori stranieri» che sventolano «le bandiere dei loro Paesi d’origine». L’escalation verbale è proseguita anche da parte dello zar del confine, Tom Homan, responsabile della politica di deportazione. Homan ha accusato Newsom e la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, di aver creato «santuari per criminali» e ha paventato possibili arresti per chi ostacolerà le operazioni.

Nel frattempo, il corrispondente della Casa Bianca per Abc News, Terry Moran, è stato sospeso dopo aver pubblicato su X un post in cui definiva Trump «un odiatore di fama mondiale». La base Maga, invece, ha espresso sostegno alla linea dura, bollando i manifestanti come «insurrezionisti», pur non avendo mostrato la stessa indignazione per la grazia concessa da Trump ai 1500 partecipanti all’assalto al Congresso del 2021.

Reazioni civili e preoccupazioni per la democrazia

L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha denunciato un «abuso di potere», puntando il dito contro l’amministrazione Trump. «L’uso dell’esercito contro civili – ha dichiarato la portavoce Hina Shamsi – mina in modo sconsiderato il principio democratico secondo cui l’esercito non deve fare da polizia interna».

Il governatore Newsom ha rivolto un appello ai cittadini affinché manifestino pacificamente, tentando di calmare una situazione che appare tutt’altro che sotto controllo. La tensione, tuttavia, è destinata a persistere: secondo la deputata democratica Nanette Barragan, l’Ufficio immigrazione intende proseguire i raid anti-immigrati a Los Angeles per altri trenta giorni.

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Ultimo Aggiornamento: 09/06/2025 10:40

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