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Referendum, per il centrodestra sono troppo poche le firme da raccogliere: “Ne serviranno un milione”

Pubblicato: 09/06/2025 08:42
Referendum centrodestra firme milione

Nel fine settimana elettorale, il centrodestra sceglie la linea del basso profilo. Niente mobilitazione, poche dichiarazioni, assenza silenziosa ma strategica. I principali leader hanno evitato le urne o, se presenti, si sono mossi con discrezione. Forza Italia ha rivendicato la propria posizione con una campagna social ironica, tra infradito e piscine. Il vice-segretario della Lega, Roberto Vannacci, si è fatto fotografare in bermuda lungo la costa maremmana, trasmettendo un messaggio chiaro: è tempo di godersi la spiaggia, non di partecipare a consultazioni inutili.
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Nel frattempo, Matteo Salvini ha preso un volo per la Francia per partecipare al summit dei Patrioti a Fontainebleau, mentre il leader di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, è atteso a Nizza per un incontro sul Mediterraneo. La premier Giorgia Meloni, a sua volta, ha raggiunto il suo seggio romano al Torrino soltanto in serata, senza preavvisi, evitando accuratamente qualsiasi protagonismo. Come annunciato, non ha ritirato le schede, segnalando così il proprio disinteresse formale alla consultazione.

Meloni si sfila dal quorum e si prepara a capitalizzare l’astensione

La scelta di Meloni è tutt’altro che casuale. Con i dati del Viminale già in mano, che mostravano una affluenza bassa, la premier ha evitato ogni esposizione, lasciando che l’astensione parlasse per sé. La linea seguita è stata quella del distacco, utile a neutralizzare la spinta referendaria promossa da Maurizio Landini e +Europa. Un’operazione che la presidente del Consiglio spera di far passare come vittoria simbolica del proprio fronte politico.

Non si tratta solo di numeri: con l’assenza silenziosa alle urne, la premier si è mossa per capitalizzare politicamente una parte di elettorato disinteressato o critico, che potrebbe non appartenere unicamente al centrodestra, ma che il governo può ora rivendicare. Come ha sottolineato Elly Schlein, si tratta di un “trucco da vecchia politica”, ma l’obiettivo, salvo sorprese nei risultati, appare raggiunto: archiviare l’iniziativa referendaria e spostare l’attenzione sui prossimi appuntamenti, in particolare le regionali d’autunno, su cui nel centrodestra non c’è ancora un accordo solido.

Salvini pronto a rilanciare sul terzo mandato e sul Veneto

Proprio in vista delle regionali, Salvini ha annunciato per mercoledì la convocazione del Federale della Lega. Al centro della discussione, il tentativo di ottenere il Veneto e insistere sul terzo mandato per i governatori, tema ancora divisivo nella coalizione. La mossa punta a rafforzare la posizione del leader leghista, anche alla luce dei segnali arrivati dal flop referendario, che sembrano rafforzare l’asse Meloni-Salvini-Tajani.

La sicurezza sul risultato si riflette nelle mosse già pianificate dal governo. L’attenzione si sposta ora sulla normativa dei referendum, a partire dal numero minimo di firme richieste. Attualmente fissato a 500mila, il numero potrebbe essere raddoppiato. Una proposta che circola con insistenza tra i rappresentanti del centrodestra, preoccupati dal rischio che la nuova modalità di raccolta online renda troppo semplice l’attivazione di consultazioni destinate poi a fallire per scarsa partecipazione.

Obiettivo: alzare la soglia per evitare il moltiplicarsi dei referendum

L’idea è stata rilanciata da Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che ha sottolineato come la possibilità di raccogliere firme via web, introdotta nel 2023, abbia di fatto abbassato l’asticella per promuovere quesiti referendari, rischiando di inflazionare uno strumento importante. Lupi ha proposto una revisione: «Sì alla raccolta online, ma con una soglia più alta per evitare abusi».

Sulla stessa linea, il capogruppo di Forza Italia alla commissione Affari costituzionali, Paolo Emilio Russo, ha definito i cinque referendum degli ultimi giorni come «un primo banco di prova» per la piattaforma digitale. «Strumento utilissimo – ha dichiarato – ma alla luce della scarsa affluenza, è giusto valutare correttivi, insieme a tutta la maggioranza e, se possibile, anche con l’opposizione». Le modifiche ipotizzate includono sia un aumento delle firme richieste, sia una scrematura preventiva dei quesiti, in modo da sottoporre agli elettori solo quelli con un minimo di interesse nazionale.

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Ultimo Aggiornamento: 09/06/2025 08:43

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