
Alcune storie sembrano racchiudere in sé un peso insostenibile, soprattutto quando a essere colpite sono persone giovani, madri, con una vita intera davanti. E quando un evento tragico si somma a interrogativi non ancora risolti, il dolore lascia spazio anche alla ricerca di risposte, spesso dolorose.
Una giovane donna ha perso la vita dopo un incidente, ma il suo decesso ha sollevato dubbi e interrogativi che ora sono oggetto di indagine. I familiari, devastati, chiedono chiarezza: vogliono sapere se tutto ciò che poteva essere fatto è stato davvero fatto.

Dall’incidente alla sala operatoria
La vicenda ha avuto inizio il 30 maggio, quando una 25enne alla guida della sua moto è rimasta coinvolta in un sinistro in una zona centrale di una grande città del Nord Italia. Secondo i racconti di alcuni testimoni, l’impatto sarebbe stato causato da un’auto che avrebbe effettuato una svolta a sinistra senza rispettare la precedenza. Il corpo della ragazza è stato sbalzato violentemente sull’asfalto, riportando gravi traumi e fratture multiple.
Subito soccorsa, è stata trasportata al pronto soccorso e ricoverata in gravi condizioni. I medici hanno optato per il coma farmacologico, necessario per stabilizzare il quadro clinico. Nei giorni successivi, è stata sottoposta a un’operazione al bacino, ma è proprio questo passaggio che ora viene messo sotto osservazione dai suoi familiari.
«Non abbiamo firmato alcun consenso per quell’intervento», riferiscono attraverso il loro legale, Alessandro Dimauro, che tutela il compagno e la madre della giovane. Poco dopo l’operazione, infatti, la 25enne ha avuto un arresto cardiaco ed è stata trasferita d’urgenza in un secondo ospedale. Lì è stata collegata a una macchina per la circolazione extracorporea, ma già in stato di assenza di attività cerebrale. Dopo le canoniche 72 ore di osservazione, è stato dichiarato il decesso.
Un esposto e un’autopsia per far luce
Oltre all’indagine d’ufficio aperta per le lesioni gravi legate all’incidente stradale, ora c’è anche un esposto formalepresentato in procura dalla famiglia. «Vogliamo sapere cosa è successo davvero», sottolinea l’avvocato. Il documento, depositato venerdì sera, mette sotto la lente sia la dinamica del sinistro che le procedure seguite in sala operatoria.
L’autopsia – ancora da disporre – sarà l’unico strumento in grado di chiarire se la morte sia riconducibile esclusivamente all’incidente o a eventuali complicazioni successive. Intanto, una bimba di cinque anni resta senza la sua mamma.