
Luciano Spalletti siederà oggi, lunedì 9 giugno, per l’ultima volta sulla panchina della Nazionale italiana. L’occasione è la sfida contro la Moldavia, valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026, a pochi giorni dalla pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia che ha segnato la fine della sua avventura azzurra.
L’esonero è stato ufficializzato ieri, domenica 8 giugno, dallo stesso allenatore, durante la conferenza stampa della vigilia. Ai microfoni di Rai Sport, Spalletti ha spiegato le ragioni del suo addio e ha voluto chiarire le sue motivazioni.

“Credo ancora in questa squadra”
“Se tornerò subito ad allenare? Non lo so. Di certo farò il tifo per il mio successore. Spero che il mio successore trovi la soluzione per andare al Mondiale. Sarei rimasto perché credo che questa squadra possa arrivarci. Anche se non dovesse arrivare il primo posto, ci sono i playoff”, ha detto l’ormai ex ct della nazionale ai microfoni di Rai Sport.
Non sono mancate parole polemiche sulla gestione della comunicazione interna da parte della FIGC. “Sono andato in conferenza stampa perché ci sono delle regole. Se qualcuno della Federazione fosse venuto con me, poteva farlo. Che senso avrebbe avuto dire altri due giorni di bugie?”.
Spalletti ha rivendicato la coerenza del suo percorso: “Ho fondato il mio cammino sul mio modo di essere. Sono stato apprezzato in Russia, a Empoli, alla Roma, all’Udinese. Alla Samp mi hanno mandato via e poi richiamato, come all’Udinese. Qualcuno mi vuole definire uno che fa casino. Ma faccio casino solo se qualcuno lo vuole fare con me”.

I rapporti con Gravina e l’addio definitivo
Spalletti ha parlato apertamente anche del rapporto con il presidente federale Gabriele Gravina, spiegando di aver percepito incertezze: “Ho visto Gravina dubbioso, l’ho costretto a dirmelo. Rimarremo amici. Dopo che me l’ha detto, cosa avrei dovuto fare? Nasconderlo perché la notizia doveva darla la Federazione? Non funziona così”.
Infine, il tecnico toscano ha assicurato il massimo impegno in quella che sarà la sua ultima partita alla guida della Nazionale: “Oggi sarò più perfetto di sempre nel fare la riunione prima della partita. I calciatori vorranno lasciarmi uscire con una vittoria. Non gli ho mai detto nulla di particolare che potesse offenderli”.