
Negli ultimi giorni, alcune tra le più grandi metropoli statunitensi sono tornate a essere teatro di forti tensioni sociali e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il dibattito pubblico si è acceso a livello nazionale, alimentato da dichiarazioni forti, scelte politiche drastiche e un crescente malcontento in strada. Le immagini di proteste violente e risposte militari hanno riportato l’attenzione su un clima interno sempre più polarizzato.
Tra interventi governativi e reazioni della popolazione, il dibattito si è rapidamente spostato anche sulle piattaforme digitali, con dichiarazioni ufficiali pubblicate sui social da rappresentanti delle istituzioni e leader politici. Uno scenario che ha visto crescere preoccupazione e polemiche, tanto all’interno quanto all’esterno del Paese.

Tensione alle stelle in California: scontri, arresti e truppe in arriv
Le proteste, esplose inizialmente nel centro di Los Angeles, si sono estese rapidamente in altre zone, coinvolgendo anche San Francisco e le principali arterie stradali della California. I manifestanti, molti dei quali con il volto coperto da mascherine, sono scesi in piazza per opporsi alle recenti misure anti-immigrazione imposte dall’amministrazione federale. Alcuni episodi di violenza sono stati documentati, come il lancio di molotov contro un agente e l’uso di una motocicletta per rompere un cordone della polizia.
“La situazione è davvero brutta”, ha scritto Donald Trump su Truth, chiedendo di “fare arrivare le truppe” e ordinando addirittura “l’arresto di chiunque indossi una mascherina”. Secondo quanto annunciato dal presidente, 2.000 soldati della Guardia Nazionale sono stati inviati in California per sedare le proteste. Altri 500 marines sarebbero pronti a entrare in azione su indicazione del segretario alla Difesa, Pete Hegseth.
Feriti tra gli agenti e proteste sotto controllo armato
Secondo il capitano Raul Jovel, “i nostri agenti sono davvero sotto attacco” e ulteriori arresti sono in corso. Tre agenti sarebbero rimasti feriti, mentre il capo della polizia, Jim McDonnell, ha dichiarato: “Il nostro compito non è dividere le comunità o politicizzare le forze dell’ordine. Il nostro compito è semplicemente garantire la sicurezza di tutti”.
Nel frattempo, la Guardia Nazionale ha iniziato a usare proiettili di gomma contro i manifestanti nel centro di Los Angeles, colpendo viso e gambe. Secondo una giornalista presente sul posto, la tensione resta altissima.
Newsom: “Atti da dittatore”
Il governatore della California, Gavin Newsom, ha accusato Trump: “Incitare e provocare la violenza, creare caos di massa, militarizzare le città, arrestare gli oppositori. Questi sono atti di un dittatore, non di un presidente”, ha scritto su X.
In parallelo, è entrato in vigore il divieto d’ingresso per i cittadini di 12 Paesi, secondo un decreto firmato da Trump con l’obiettivo dichiarato di “proteggere gli Stati Uniti da terroristi stranieri e altre minacce alla sicurezza nazionale”.