
L’esonero di Luciano Spalletti ha aperto un vulcano di dibattiti sulla panchina della Nazionale italiana. Mentre i nomi altisonanti di Pioli, Cannavaro e De Rossi risuonano nell’aria, e il fantasma di un ritorno di Mancini aleggia, c’è una voce, seppur meno fragorosa, che merita di essere ascoltata con attenzione: quella che propone la promozione di Carmine Nunziata, attuale tecnico dell’Under 21, al timone della Nazionale maggiore.
Una scelta controcorrente, forse, ma una scelta che, a un’analisi più approfondita, rivela una logica stringente e un potenziale rivoluzionario per il calcio italiano.
La conoscenza del vivaio
Il primo e più lampante argomento a favore di Nunziata risiede nella sua profonda e capillare conoscenza del vivaio calcistico italiano. Per anni, ha plasmato e guidato le generazioni future di calciatori, dall’Under 17 all’attuale Under 21 impegnata agli Europei. Questa non è una semplice cognizione teorica; è una conoscenza intima, frutto di innumerevoli ore passate sui campi di allenamento, di colloqui individuali, di osservazioni acute sui progressi e sulle difficoltà di ogni singolo talento.
Promuovere Nunziata significa non solo portare in dote un tecnico preparato, ma anche un vero e proprio archivio vivente del talento italiano. Chi meglio di lui sa quali giovani sono pronti per il grande salto, quali hanno bisogno di un percorso graduale, quali caratteristiche tecniche e caratteriali possono fare la differenza a livello internazionale? Questa familiarità con i “suoi” ragazzi permetterebbe una transizione fluida, una coesione immediata e la capacità di sfruttare al massimo le potenzialità di un gruppo che, in molti casi, ha già lavorato con lui per anni. In un calcio che sempre più si affida ai giovani, Nunziata ha le chiavi per sbloccare il potenziale inespresso.

Ponte tra generazioni
La Nazionale italiana, dopo alti e bassi, necessita di stabilità e di una visione a lungo termine. Il ciclo breve di Spalletti, seppur intenso, ha interrotto un percorso. Con Nunziata, si instaurerebbe un modello di continuità virtuosa, un ponte ideale tra le generazioni attuali e quelle future. La sua ascesa alla panchina maggiore sarebbe il coronamento di un lavoro pluriennale all’interno della Federazione, un riconoscimento del valore della programmazione e dello sviluppo.
Questo approccio non solo garantirebbe una linea tattica e metodologica coerente, ma infonderebbe anche un senso di appartenenza e di fiducia nei giovani calciatori. Sapere che il loro mentore, colui che li ha cresciuti calcisticamente, è ora al vertice della piramide, creerebbe un ambiente sereno e motivante, privo delle pressioni e delle incertezze che spesso accompagnano i cambi di guardia. Sarebbe un segnale forte: la Nazionale crede nei suoi giovani e nel percorso che ha intrapreso con loro.
Un calcio moderno e coraggioso: l’identità tattica
Le squadre di Nunziata, in particolare l’attuale Under 21, hanno mostrato un’identità tattica ben definita: un calcio propositivo, coraggioso, basato sul possesso palla e sulla costruzione dal basso, ma con la capacità di verticalizzare e di aggredire gli spazi. Non è un calcio puramente speculativo o attendista, ma un approccio moderno che privilegia il dinamismo, la tecnica e l’intelligenza tattica dei singoli.
Questi principi, applicati alla Nazionale maggiore, potrebbero portare una ventata d’aria fresca e un’evoluzione necessaria. L’Italia ha bisogno di un’identità di gioco chiara e riconoscibile, che possa fare da bussola nelle competizioni internazionali. Nunziata ha dimostrato di saper inculcare questi concetti nei suoi ragazzi, plasmando squadre che, pur con i limiti anagrafici, hanno saputo esprimere un calcio di qualità e con sprazzi di grande bellezza. Trasferire questa mentalità alla squadra maggiore significherebbe dare un’impronta ben precisa e duratura al futuro azzurro.

La gestione del gruppo: l’empatia del “padre”
Oltre alle competenze tecniche e tattiche, un commissario tecnico deve essere un leader, un gestore di uomini, un punto di riferimento emotivo. Nunziata, per la sua lunga esperienza con i giovani, ha sviluppato una notevole sensibilità e un’innata capacità di instaurare rapporti empatici. Ha la figura del “padre calcistico“, colui che sa ascoltare, motivare e tirare fuori il meglio da ogni singolo individuo.
Questa dote, fondamentale in un ambiente ad alta pressione come quello della Nazionale maggiore, permetterebbe a Nunziata di gestire con saggezza le dinamiche dello spogliatoio, di mediare tra le esigenze dei “senatori” e l’entusiasmo dei giovani, di creare un vero e proprio spirito di squadra. La Nazionale non è solo un insieme di individualità, ma un organismo che respira e vive attraverso le relazioni umane. Nunziata, con la sua pacatezza e la sua autorevolezza, è il profilo ideale per cementare un gruppo e farlo rendere al massimo.
Segnale forte al movimento calcistico
Infine, la scelta di Carmine Nunziata non sarebbe solo una decisione tecnica, ma anche un segnale forte e chiaro al movimento calcistico italiano. Sarebbe il riconoscimento del valore della formazione, della pazienza, del lavoro svolto nelle retrovie per anni. Dimostrerebbe che la Federazione è pronta a investire sulle proprie risorse interne, a premiare la meritocrazia e la competenza acquisita sul campo.
In un’epoca in cui si rincorrono nomi “blasonati” e spesso stranieri, l’opzione Nunziata rappresenterebbe un atto di fiducia nel talento italiano, non solo sul campo, ma anche in panchina. Sarebbe un messaggio di speranza per tutti gli allenatori che, con dedizione e passione, lavorano quotidianamente per far crescere i giovani talenti.
In un momento di rinnovamento per la Nazionale italiana, la scelta di Carmine Nunziata non è solo una possibilità, ma una vera e propria necessità strategica. È tempo di osare, di guardare oltre i nomi altisonanti e di affidarsi a chi conosce le fondamenta del nostro calcio, a chi ha plasmato il futuro azzurro con le proprie mani. La sua profonda conoscenza del vivaio, la sua visione tattica moderna, la sua capacità di gestione del gruppo e il messaggio di continuità che porterebbe, lo rendono il profilo più idoneo per guidare l’Italia verso un nuovo ciclo di successi. Il futuro è già qui, e ha il volto e la competenza di Carmine Nunziata.