
Il suo improvviso “non me la sento” ha spiazzato tutti. Claudio Ranieri, appena nominato consulente dei Friedkin alla Roma, ha deciso di rinunciare alla panchina azzurra, preferendo concentrarsi sul nuovo incarico dirigenziale. Una scelta che ha rimesso tutto in discussione in casa FIGC, proprio mentre l’esonero di Luciano Spalletti apre la strada alla delicatissima ripartenza verso i Mondiali del 2026.
Per il presidente Gabriele Gravina e il suo entourage si tratta di un déjà vu: già nell’agosto 2023, le dimissioni improvvise di Roberto Mancini lasciarono la Nazionale senza guida. Ma stavolta è diverso. Non c’è il tempo per un progetto tecnico di ampio respiro. Serve un selezionatore, un uomo capace di trasmettere appartenenza, grinta e identità a una squadra che sembra aver smarrito stimoli e motivazioni.
Ch è il favorito a guidare la nazionale
Ecco perché il profilo che prende quota è quello di chi ha già vissuto, da protagonista, l’onore di vestire la maglia azzurra. In cima alla lista, secondo fonti federali, c’è Gennaro Gattuso: un nome che evoca determinazione, spirito di sacrificio e carisma. Campione del mondo nel 2006, ex tecnico di Milan, Napoli, Valencia e Marsiglia, Gattuso ha chiuso con dignità la sua recente esperienza all’Hajduk Spalato ed è considerato capace di dare un’impronta forte e immediata al gruppo. I primi contatti ci sarebbero già stati: è lui il nome in pole position.
Ma la corsa è tutt’altro che chiusa. La FIGC valuta altri nomi fortemente legati alla storia recente della Nazionale. Tra questi Daniele De Rossi, attuale tecnico sotto contratto con la Roma fino al 2027. Anche lui campione del mondo nel 2006, ex membro dello staff tecnico azzurro, De Rossi conosce come pochi altri Coverciano e ha mostrato capacità gestionali interessanti nella sua recente esperienza da allenatore. Un’eventuale trattativa con la Roma per liberarlo non sarebbe insormontabile.
Un altro profilo sul tavolo è quello di Fabio Cannavaro, capitano dell’Italia del 2006 e Pallone d’Oro. Già CT della Cina, ha avuto un percorso meno lineare in panchina ma continua a godere di stima in ambito federale.
Stefano Pioli, che sembrava la prima alternativa a Ranieri, appare ora fuori dai giochi: vicino a un ritorno a Firenze, non sembra più nei radar azzurri. E poi c’è l’ipotesi più suggestiva, ma anche la più complicata: il ritorno di Roberto Mancini. L’ex CT, oggi alla guida dell’Arabia Saudita, ha pubblicamente espresso pentimento per aver lasciato l’Italia nel 2023. Un rientro però appare improbabile, anche se in FIGC nessuna porta viene davvero chiusa.
Giovedì, in occasione del consiglio federale, Gravina potrebbe iniziare a formalizzare la rosa dei candidati. La scelta del nuovo commissario tecnico sarà cruciale per ricostruire un’identità, ristabilire un rapporto con i tifosi e rilanciare l’obiettivo mondiale. E stavolta, come nel 2006, si spera che a fare la differenza sia ancora una volta un ex campione azzurro.