
Nella recente puntata del programma “Ore 14”, andata in onda il 10 giugno, si è assistito a un acceso dibattito sul caso di Garlasco, mettendo in luce le tensioni irrisolte attorno all’omicidio di Chiara Poggi del 2007. L’atmosfera si è surriscaldata quando Piero Colaprico, scrittore, e Gian Luigi Tizzoni De Rensis, avvocato di Alberto Stasi condannato nel 2015, si sono confrontati duramente.
Colaprico ha proposto una ricostruzione degli eventi riguardanti Chiara e Alberto nelle ore precedenti al delitto. Secondo lui, una conversazione importante tra la giovane e Stasi potrebbe aver avuto un impatto cruciale sugli eventi successivi. Ha descritto Chiara come una ragazza “molto innamorata”, suggerendo che il dialogo della sera precedente al delitto fosse emotivamente significativo.
L’avvocato De Rensis replica duramente
Le ipotesi avanzate da Colaprico hanno fatto infuriare l’avvocato De Rensis, che ha interrotto il discorso con forza: “Nessuno di noi conosceva Chiara, nessuno sa quali fossero i rapporti tra loro due. Non possiamo permetterci di inventare nulla“. La sua protesta era rivolta alla mancanza di certezze assolute nel caso.

Lo scrittore ha difeso la sua posizione, sostenendo che le sue deduzioni derivano da documenti processuali e dalle parole delle amiche di Chiara. Tuttavia, De Rensis ha accusato il programma di promuovere “ricostruzioni romanzate” e di voler “raccontare fiabe”. Il conduttore Milo Infante è intervenuto per calmare gli animi, sottolineando l’importanza di un confronto rispettoso.
La tensione sale durante il dibattito

Nonostante l’intervento del conduttore, le tensioni non si sono placate. De Rensis ha cercato di contrastare l’ipotesi di Colaprico con un esempio: “Se Chiara quella mattina avesse scoperto qualcosa di davvero sconvolgente, non avrebbe riaccolto Alberto in casa dopo avergli restituito il computer nel cortile”. Colaprico ha ribattuto, insistendo che le sue riflessioni non offuscano la memoria della vittima, ribadendo che “la doppia vita di Chiara non esiste, è una menzogna”.

La situazione è degenerata al punto che l’avvocato ha momentaneamente abbandonato il dibattito, dichiarando: “Io mi chiamo fuori, continuate senza di me”. Ha poi spiegato il suo disappunto, affermando che mancava un percorso intellettualmente onesto nella discussione.
Un confronto che non trova pace

L’intervento della criminologa Roberta Bruzzone non è bastato a mitigare il clima teso. Con tono ironico, ha commentato: “Questa volta De Rensis si è arrabbiato, ma non per colpa mia”, suscitando un sorriso nervoso tra i presenti. Il dibattito si è concluso con una chiara divisione tra chi sostiene l’importanza di interrogarsi sugli eventi e chi richiede rigore e rispetto in assenza di certezze.