
È stata una notte di terrore per le città ucraine di Kiev e Odessa, investite da un’ondata di droni e missili lanciati dalla Russia. L’Ucraina parla del più vasto bombardamento notturno con droni dall’inizio del conflitto, tre anni e mezzo fa. Nella capitale, la difesa aerea ha risposto con intensità, ma i detriti sono caduti su scuole e quartieri residenziali. Nel cielo si sono uditi almeno dodici esplosioni, colpi di arma da fuoco e il ronzio di una decina di velivoli senza pilota.
Le autorità locali hanno parlato di un attacco in più ondate, con un “nuovo sciame di droni” segnalato mentre i primi erano ancora in volo. Secondo il sindaco Vitali Klitschko, l’attacco ha provocato incendi e danni in diversi distretti, da Shevchenkivskyi a Darnytskyi.
Vittime e danni a Odessa
A Odessa il bilancio è stato più pesante: un uomo di 59 anni è morto, almeno quattro persone sono rimaste ferite. Il governatore Oleg Kiper ha confermato che l’attacco ha colpito infrastrutture civili, inclusi un ospedale neonatale, il pronto soccorso e edifici residenziali. L’ospedale è stato evacuato in tempo, ma i danni sono gravi.
Secondo le autorità ucraine, i droni hanno preso di mira anche altre strutture mediche in città. Si parla di edifici distrutti e incendiati nel centro di Odessa, mentre i soccorsi sono ancora al lavoro per mettere in sicurezza le aree colpite.
Obiettivi civili nel mirino
Anche a Kiev sono stati segnalati danni alle scuole e veicoli in fiamme, con detriti caduti nel cortile di un istituto scolastico nel distretto di Obolonskyi. L’attacco ha coinvolto anche le zone di Podilskyi e Shevchenkivskyi. Almeno tre persone sono rimaste ferite nella capitale, tra cui una nel distretto di Shevchenkivskyi, dove un palazzo è stato danneggiato.
Nel centro città, un giornalista dell’AFP ha raccontato di aver udito una lunga sequenza di esplosioni e colpi sparati dalla difesa aerea. Il ministero dell’Interno ha confermato che l’allerta è ancora in corso e non si esclude un nuovo attacco.
Guerra quotidiana e strategia del terrore
Quasi tre anni e mezzo dopo l’inizio dell’invasione, le città ucraine continuano a vivere sotto assedio. I raid aerei, ormai quotidiani, confermano l’evoluzione della strategia russa: colpire l’infrastruttura civile, terrorizzare la popolazione, mettere alla prova le difese antiaeree ucraine.
Kiev e Odessa, simboli della resistenza del paese, restano obiettivi costanti di una guerra che, giorno dopo giorno, si combatte anche nei cieli e dentro gli ospedali.