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Daniela Gaiani non si è tolta la vita: solo ora la verità, “uccisa proprio da lui”

Pubblicato: 11/06/2025 19:42

Non è stato un gesto estremo dettato dalla disperazione, ma un femminicidio camuffato da suicidio. Così la Procura di Bologna riscrive la verità sulla morte di Daniela Gaiani, la donna di 58 anni trovata impiccata il 5 settembre 2021 nella sua abitazione a Castello d’Argile. Il giudice dell’udienza preliminare, Salvatore Romito, ha disposto il rinvio a giudizio per Leonardo Magri, 63 anni, marito della vittima, con l’accusa di omicidio aggravato.

Secondo la ricostruzione della Procura, guidata dal pm Augusto Borghini, non si è trattato di un suicidio, ma di una messinscena orchestrata per mascherare un omicidio. A muovere l’uomo, secondo l’accusa, sarebbe stato il desiderio di liberarsi della moglie, vista come un ostacolo a una nuova relazione con una donna più giovane. Il processo inizierà il 24 settembre davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Fabio Cosentino.

Le incongruenze nella versione del marito

Dalle prime indagini sono emerse numerose contraddizioni nei racconti forniti da Magri. L’uomo avrebbe raccontato alla sua nuova compagna di aver ritrovato il corpo della moglie sul divano, mentre agli inquirenti ha dichiarato di averla trovata morta nel letto al risveglio. Gli accertamenti medico-legali, inoltre, hanno escluso la morte per asfissia da impiccamento, indicando invece un soffocamento da strangolamento, incompatibile con un suicidio.

Il pm ha sottolineato durante l’udienza preliminare come le dichiarazioni dell’indagato siano «piene di stranezze e incongruenze» e ha parlato di elementi indiziari solidi e coerenti.

La battaglia dei familiari: “Il primo passo verso la giustizia”

A costituirsi parte civile saranno la sorella e il fratello di Daniela, assistiti dall’avvocato Daniele Nicolin, i genitori della vittima, rappresentati dall’avvocata Valentina Niccoli, e l’associazione La Caramella Buona Onlus, con l’avvocata Barbara Iannuccelli.

Fuori dall’aula, Angela Gaiani, sorella della vittima, ha commentato con commozione: «Questo è il primo passo verso quella giustizia nella quale crediamo e nella quale confidiamo vivamente». In lacrime anche la madre di Daniela, presente all’udienza.

L’avvocato Nicolin ha spiegato che «la difesa stessa oggi ha riconosciuto che non si è trattato di un impiccamento, pur sostenendo che fosse un suicidio, e questo lascia un grande interrogativo». Ha poi aggiunto che, sebbene si tratti di un processo indiziario, gli elementi raccolti sono numerosi e rilevanti.

La linea della difesa: “È stato un suicidio”

Magri si proclama innocente e sarà giudicato a piede libero. Il suo legale, Ermanno Corso, ha ribadito che, a suo avviso, si tratta «evidentemente di un suicidio» e che la fase dibattimentale dimostrerà questa versione dei fatti.

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