
Il piano era pronto da settimane, ma nessuno in Europa era stato avvisato. Ora esplode il caso: gli Stati Uniti stanno trasferendo circa novemila immigrati nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo, a Cuba. Tra loro ci sono anche cittadini italiani, coinvolti in un’operazione che rischia di innescare una crisi diplomatica senza precedenti tra Washington e le capitali europee.
Appena preso atto delle nuove dichiarazioni del Presidente americano e sulle sue intenzioni, il Ministro degli Affari Esteri italiano Tajani ha espresso la sua grave preoccupazione. Gli immigrati irregolari italiani negli Usa, ha spiegato Tajani, non dovrebbero essere portati nel carcere di Guantanamo.
La ultime notizie sui cittadini italiani irregolari
L‘Italia infatti ha già comunicato all’amministrazione che è pronta a “riprenderli”, come ha comunicato il vicepremier italiano: “Le prime informazioni che vengono dal Dipartimento per la Sicurezza nazionale ci dicono che Guantanamo verrebbe utilizzata per i clandestini di Stati che non accettano i rimpatri”, ha affermato Tajani, che ha anche aggiunto che l’Italia “ha già detto all’amministrazione americana tempo fa che era disposta a riprendere gli irregolari nel pieno rispetto dei loro diritti individuali“.
Le ultime informazioni dicono che sarebbero due gli italiani irregolari destinati a Guantanamo. Fonti parlamentari, però, hanno dichiarato che uno dei due cittadini italiani irregolari sul territorio statunitense in realtà è già stato rimpatriato alcuni giorni fa. Per quanto riguarda il secondo, le notizie sono che non finirà a Guantanamo ma potrebbe essere espulso a breve.
Otto europei su dieci ignorati
A dare la notizia è stato il Washington Post, che cita documenti governativi riservati. Secondo il quotidiano, gli europei coinvolti sarebbero circa 800, provenienti da Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Belgio, Olanda, Lituania, Polonia, Turchia, Ucraina e Austria. I numeri più alti riguardano 170 cittadini russi e 100 romeni. Ma è la totale mancanza di comunicazione con i governi europei a rendere il caso esplosivo.
La portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, ha dichiarato che Guantanamo non sarà la destinazione finale, ma solo una tappa prima del rimpatrio nei Paesi d’origine. Tuttavia, diverse diplomazie europee, secondo quanto riportato da Politico, avrebbero tentato di bloccare l’operazione, senza ottenere risposta.
Trump rilancia la linea dura sull’immigrazione
La decisione coincide con un discorso di Donald Trump a Fort Bragg, in North Carolina, dove il presidente ha parlato di “invasione straniera” e lanciato un messaggio diretto all’Europa: “Fate qualcosa sull’immigrazione incontrollata prima che sia troppo tardi”.
Non è ancora chiaro se i deportati siano entrati illegalmente negli Stati Uniti o se si tratti di soggetti con visti scaduti. Secondo il Dipartimento di Stato, sono “criminali”, ma senza ulteriori specifiche. Il trasferimento, comunque, mira a sgomberare i centri per immigrati interni, ormai saturi.
Il gelo tra Washington e le capitali europee
La presenza di cittadini europei nella lista e l’assenza totale di coordinamento con i governi alleati ha generato sconcerto a Bruxelles, Roma, Berlino e Parigi. L’Italia non sarebbe stata avvisata in alcun modo, e la Francia ha espresso “preoccupazione estrema”.
Alla domanda di una giornalista su possibili ripercussioni, Bruce ha rifiutato di commentare: “Non parlerò di singoli Paesi. Quello che posso dire è che ci sarebbe una reazione negativa tra gli americani se non stessimo facendo il nostro lavoro”.
Una prova di forza, anche contro gli alleati
In più occasioni, Trump ha accusato l’Europa di “trattare male l’America” e di essere “sleale nella NATO”. Ora, con questa mossa, intende chiarire che gli europei non saranno più trattati come casi speciali. “Non facciamo distinzioni” avrebbe detto ai suoi collaboratori.
Il risultato è un inasprimento dei toni diplomatici, che rischia di danneggiare anche i rapporti commerciali e militari. Mentre cresce la rivolta interna contro le deportazioni, il presidente Usa mostra di non voler fare marcia indietro: “Userò tutti i poteri speciali che ho a disposizione”.