
Con una mossa che ha scatenato un’ondata di speculazioni e dibattiti sui social media, Ilary Blasi, volto noto della televisione italiana ed ex consorte dell’icona calcistica Francesco Totti, ha riacceso una vecchia fiamma di polemica.
Una storia Instagram, apparentemente innocua, ha innescato un vero e proprio incendio mediatico: un video della conduttrice che si muove a ritmo sulle note di “Piccolo uomo” di Mia Martini, impreziosito da una pioggia di emoji sorridenti. Un gesto che, agli occhi attenti del popolo della rete, non è passato inosservato, venendo immediatamente interpretato come una frecciata velenosa all’indirizzo di Luciano Spalletti, fresco di esonero dalla panchina della Nazionale italiana.

Ilary Blasi e il “piccolo uomo” a Spalletti
Il “piccolo uomo” di Mia Martini, melodia intrisa di malinconia e resilienza, si è trasformato in un detonatore per un conflitto che affonda le radici nel passato, un’epoca in cui Spalletti sedeva sulla panchina della Roma e il rapporto con Totti era tutt’altro che idilliaco. Fu proprio in quel contesto che Ilary Blasi, con una schiettezza che non ammetteva mezze misure, definì pubblicamente Spalletti un “piccolo uomo“, un’accusa che risuonò come un’eco assordante nel panorama calcistico.
L’uscita di Ilary Blasi, in questo preciso momento storico, assume per questo motivo i contorni di una rivincita sottile, quasi sussurrata. Il licenziamento di Spalletti dalla Nazionale sembrerebbe aver offerto alla conduttrice l’opportunità di riaprire una ferita mai completamente rimarginata, un’occasione per ribadire, in modo indiretto ma efficace, la sua posizione in quella antica diatriba.

La replica di Spalletti al “piccolo uomo”
La replica di Luciano Spalletti al “piccolo uomo” di Ilary Blasi è arrivata tra le pagine della sua biografia, “Il paradiso esiste… Ma quanta fatica”. Spalletti, con una prosa che non lasciava spazio a interpretazioni, aveva risposto all’affronto con una pacatezza solo apparente: “Può capitare, nel corso di una vita, di essere un piccolo uomo o una piccola donna. Certamente – aveva spiegato con fermezza – lo è stata lei quando si è permessa di rivolgersi a me in quel modo. Cosa della quale, immagino, si sarà pentita”.
Una risposta che, pur non cedendo all’insulto, manteneva un tono di ferma condanna, suggerendo un rammarico che, a quanto pare, non ha mai trovato piena realizzazione.