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Nazionale, il prossimo Ct potrebbe non essere italiano: l’ultima indiscrezione

Pubblicato: 11/06/2025 14:48
mourinho nazionale

Certi interrogativi, nel calcio italiano, si presentano ciclicamente, con la stessa inesorabilità delle delusioni. Il recente addio del CT della Nazionale ha riaperto la mai sopita discussione su chi debba guidare gli Azzurri, un ruolo che oscilla perennemente tra la ricerca dell’uomo forte e quella della figura legata alla tradizione.

L’urgenza di individuare un successore non è dettata solo da un calendario imminente, ma dalla necessità di tracciare una rotta chiara per un movimento che sembra aver smarrito la sua identità. Le voci si rincorrono, i nomi si accavallano, ma la vera sfida è capire quale profilo incarni al meglio le esigenze di una squadra che, troppo spesso, appare più la somma di individualità che un collettivo coeso e vincente.

Ct Nazionale, l’ultima idea è José Mourinho

È in questo contesto che emerge l’ipotesi di José Mourinho, un’idea lanciata con audacia dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, rompendo gli schemi del “solito” identikit di un CT azzurro. La Russa non nasconde il suo scetticismo per soluzioni “a mezzo servizio” o prive di quel palmares che un ruolo così delicato richiederebbe, citando a titolo d’esempio il rifiuto di Claudio Ranieri e la mancata considerazione per un tecnico del calibro di Carlo Ancelotti, approdato con successo alla guida del Brasile.

Il richiamo allo “straniero”, in questo caso lo Special One, è una chiara indicazione verso una figura di provata esperienza internazionale e, soprattutto, abituata a vincere, un dato di fatto che lo renderebbe, secondo La Russa, il candidato più vincente tra i nomi liberi.

La riflessione di Ignazio La Russa

Il Presidente del Senato, pur menzionando altri profili di spicco come Roberto Mancini e Stefano Pioli, o giovani promettenti come Thiago Motta e Raffaele Palladino, evidenzia come la questione non possa prescindere da una riflessione più ampia sul sistema calcio italiano. La sua amarezza finale (“la responsabilità del flop ricorrente della Nazionale non dipende solo dall’allenatore ma da tutto il sistema del calcio italiano”) non è solo una constatazione, ma un grido d’allarme che invita a non cercare capri espiatori nel singolo tecnico, ma ad affrontare con decisione le problematiche strutturali che affliggono il calcio italiano, impedendogli di esprimere il suo potenziale a livello internazionale.

La proposta Mourinho, quindi, si inserisce in una logica di rottura, un tentativo di iniettare una mentalità vincente in un ambiente che ha bisogno di ritrovare la sua strada.

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