
L’Italia del voto referendario fotografa un Paese spaccato, dove le grandi città spingono l’affluenza e il centrosinistra, mentre nelle aree minori il centrodestra prevale… disertando le urne. A restituire il quadro è una recente analisi sui flussi, che mostra come l’esito dei quesiti sia stato fortemente condizionato dalla geografia politica, dall’astensionismo e da fratture interne agli stessi partiti.
Cittadinanza: la sorpresa del No
A stupire è il risultato del quesito più discusso, quello sulla cittadinanza, dove il fronte del Sì ha ottenuto meno consensi del previsto. Un dato, questo, che riflette l’assenza di sostegno da parte dell’area liberal-riformista, un’adesione incerta da parte del M5S e un’incursione del No tra il 15 e il 20% degli elettori Pd. “Il risultato deludente del Sì sulla cittadinanza è frutto di vari fattori”, viene sottolineato nell’analisi.

L’effetto è visibile soprattutto al Nord: a Bologna il 69% degli elettori 5 Stelle ha votato No, a Genova il 67%, a Milano il 61%. E anche tra gli elettori dem in piazze storicamente progressiste emerge uno scarto inaspettato: a Firenze un quarto dei votanti Pd ha respinto il quesito.
Il lavoro unisce, la cittadinanza divide
Se i quesiti sul reinserimento dei lavoratori licenziati ingiustamente e sulle tutele sindacali hanno raccolto un consenso ampio (oltre il 90% degli elettori Pd ha votato Sì), la cittadinanza ha mostrato la fragilità del campo largo. Non solo: tra gli elettori di Lega e FdI al Nord, chi ha deciso di votare si è espresso in percentuale non trascurabile proprio a favore del reintegro. A conferma di una dinamica meno ideologica e più legata a temi concreti.
Astensionismo strategico: il centrodestra non si presenta
Sul fronte opposto, la destra ha scelto in larga parte la strada dell’astensione tattica, specie nei comuni piccoli. L’affluenza nei centri sotto i 15mila abitanti si è fermata al 28%, contro il 37% dei grandi comuni. Nei capoluoghi, invece, l’impegno del centrosinistra si è fatto sentire, portando la percentuale dei Sì sulla cittadinanza al 92% rispetto al bacino elettorale delle Europee.
I numeri dietro la politica
Alla fine, i numeri parlano chiaro: la partecipazione reale coincide con l’area di consenso già registrata nel 2022, ma resta inferiore rispetto al potenziale del campo progressista. E questo, in una consultazione così politica, potrebbe pesare più delle percentuali.