
Dopo diciassette giorni di ricerche ininterrotte, si è conclusa tragicamente la vicenda di Luca Gerbino, l’escursionista sessantenne di Cavallirio, in provincia di Novara, scomparso lo scorso 25 maggio durante una camminata in montagna. Il suo corpo è stato ritrovato mercoledì 11 giugno nella zona di Punta Rusca, al confine tra il Biellese e la Valsesia, non lontano dal Monte Bo, la vetta su cui si era diretto.
Luca Gerbino era partito da solo la mattina di domenica per un’escursione. Quando il lunedì successivo non si è presentato a lavoro e non ha dato notizie, gli amici hanno lanciato l’allarme. Subito sono scattate le operazioni di soccorso, con il Soccorso Alpino e i Vigili del Fuoco impegnati per giorni in un’area impervia e difficile da esplorare.
Difficili le ricerche e le operazioni di recupero
Le ricerche si sono rivelate particolarmente complesse per via del terreno montuoso e della vastità della zona da perlustrata. Solo con il miglioramento delle condizioni meteorologiche è stato possibile intensificare l’attività nella zona più alta del massiccio. Il corpo dell’uomo è stato localizzato in un punto particolarmente scosceso, verosimilmente dopo una caduta accidentale.
Sul luogo del ritrovamento si sono recati anche i Carabinieri, per le operazioni di recupero e per i rilievi. Le prime ipotesi confermano che l’escursionista potrebbe essere scivolato lungo un pendio roccioso, trovando la morte sul colpo. La salma è stata trasportata a valle in attesa di accertamenti.
Con la notizia del ritrovamento, si chiude una vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso la comunità locale, molto legata a Luca Gerbino, descritto da chi lo conosceva come un uomo riservato e amante della montagna.