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Villa Pamphili, trovata la tutina della bimba: “L’ha messa lì il killer”

Pubblicato: 11/06/2025 09:15

Un piccolo abito estivo rosa, pulito e ben piegato, è diventato il punto da cui partono le indagini per dare un volto all’assassino della bambina trovata morta a Villa Pamphili. Il vestito è stato scoperto in un cestino dei rifiuti, a pochi metri dalle siepi del parco romano dove giaceva il corpo senza vita della piccola, a circa duecento metri da quello della madre. L’esame del DNA ha confermato ieri che si tratta di madre e figlia.

L’ipotesi: l’assassino ha tolto l’abito in fretta

La tutina di cotone indossata dalla bambina potrebbe essere stata tolta in fretta dal killer, forse per cancellare eventuali tracce. Gli inquirenti sperano di trovare impronte, capelli o frammenti che possano indicare la strada verso l’assassino. «È il caso più difficile che mi sia capitato in trent’anni di carriera», ha confessato un investigatore.

L’indagine, affidata alla squadra mobile e coordinata da Giuseppe Cascini con il pm Antonino Verdi, resta tutta in salita. «È complicata — spiega un altro inquirente — perché ci troviamo davanti a due vittime che nessuno cerca, senza un nome. E in una situazione del genere tutto è possibile».

Non faceva uso di sostanze stupefacenti, delle droghe più comuni come l’eroina, la donna trovata morta sabato pomeriggio a Villa Pamphili a Roma, a poca distanza dal corpo di suo figlia di appena sei mesi.

Indizi nella solitudine

Il parco, lentamente, restituisce frammenti della verità. L’etichetta sull’abitino, dove è scritto “6-12 mesi”, coincide con l’età indicata dal medico legale dopo l’autopsia. La madre e la figlia potrebbero essere arrivate da poco in Italia: la donna non risulta in alcuna banca dati, né è mai stata fermata o identificata.

Una donna sola, talmente sola che nessuno ha denunciato la sua scomparsa. Forse in fuga da guerra, violenza o qualcosa di peggio. Tutto resta avvolto nel dubbio. Solo una cosa sembra certa: quella madre aveva scelto quel vestitino rosa per la sua bambina.

L’uomo con la bambina in braccio

Un barlume di speranza si affaccia grazie a quattro testimonianze che coincidono con l’orario indicato per la morte della bambina: circa l’1:30 di venerdì notte. Tutti ricordano un uomo con barba scura, definito «tipo siciliano» da uno e «secondo me egiziano» da un altro, con in testa un cappellino con visiera e una bimba in braccio.
«Si muoveva, ho incrociato lo sguardo della piccola», ha detto una testimone, riferendosi a una scena avvenuta vicino al cavalcavia di via Leone XIII. Tre ragazzini confermano: «Appena ci ha visto ha abbassato lo sguardo e anche il cappello per coprire il volto».
Forse era lui, l’uomo che ha deciso per sempre il destino della bambina e che ha gettato via quel vestitino rosa.

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