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Benigni ospite di Vespa: “Sono un europeista estremista, i nazionalismi sono pericolosi”

Pubblicato: 12/06/2025 09:06
Benigni Vespa europeista estremista

Un incontro inaspettato, ma ricco di spunti profondi, quello andato in onda l’11 giugno su Rai 1 a 5 minuti, con Roberto Benigni ospite di Bruno Vespa. Una puntata che ha alternato leggerezza e riflessione, passando da gag memorabili alla presentazione del nuovo libro del premio Oscar, “Il sogno”, pubblicato da Einaudi, in uscita martedì. L’intervento televisivo si è trasformato in una dichiarazione d’amore verso l’Europa, con un tono ironico ma deciso, tipico dell’attore-regista. Ma le parole di Benigni non sono piaciute a molti, soprattutto a destra. E allora sui social esplode la polemica. I critici accusano l’attore di non essere altro che un “propagandista di regime”.
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Tra gag e affetto, la prima volta da Vespa

Il dialogo si apre con una scenetta che mette subito in chiaro il tono giocoso del faccia a faccia. “Signor Vespa, posso toccarle la punta del naso?” chiede Benigni, come prova dell’autenticità del loro incontro e non di una simulazione digitale. Vespa sta al gioco: “Il naso è pronto”. Il premio Oscar rincara: “Peccato che manchi il plastico, senza il plastico non è Vespa”. L’atmosfera è distesa, ma dietro il sorriso si cela un messaggio ben più articolato.

Il sogno europeo al centro del nuovo libro

Benigni è in studio per presentare “Il sogno”, volume che raccoglie e sviluppa le riflessioni pronunciate nel monologo del 19 marzo sul Manifesto di Ventotene e sull’idea di Europa. “Io sono un europeista estremista“, afferma con convinzione. Ma sottolinea l’esistenza di due anime del progetto europeo: quella istituzionale, rappresentata dal Parlamento e dalla Commissione, e quella intergovernativa, dominata dal Consiglio europeo e spesso bloccata dal meccanismo del veto.

Basta Cipro”, dice provocatoriamente Benigni, “che con poco più di un milione di abitanti può bloccare decisioni cruciali per 500 milioni di europei. Leviamo il veto, leviamo l’unanimità. Quante cose potrebbe fare così l’Europa, sarebbe il sogno”. Un messaggio forte, che mette al centro la necessità di riformare i processi decisionali europei per renderli più efficienti e democratici.

Un continente di pace da proteggere

La riflessione prosegue sul ruolo dell’Europa come garante della pace: “L’Europa è nata sulla pace, e ha fatto 80 anni di pace. È il periodo più lungo di pace che abbiamo vissuto dai tempi della guerra di Troia”. Un dato che Benigni sottolinea con enfasi, invitando a non darlo per scontato in un’epoca in cui il mondo è ancora attraversato da conflitti e tensioni.

Il libro diventa così un inno alla convivenza e ai diritti, tanto da spingere l’autore a dichiarare: “Mi dispiace averlo scritto, perché vorrei leggerlo. È talmente bello da leggersi. L’Europa è davvero l’unico sogno di pace, benessere, prosperità, felicità”. E aggiunge: “Dovunque c’è un difetto di diritti, sventolano le bandiere europee”.

La lezione della storia: dai dazi alle guerre

Durante la conversazione, Vespa rievoca Massimo Troisi e il celebre film Non ci resta che piangere, ironizzando sull’epoca dei dazi doganali. Benigni coglie l’assist e rilancia con un messaggio chiarissimo: “I dazi sono portatori di guerra, sempre. Rimetterli in circolazione è come tornare al 1492”. Un riferimento indiretto ma inequivocabile alla politica economica di Donald Trump, che secondo l’attore rappresenta un passo indietro pericoloso per la stabilità internazionale.

Il manifesto di Ventotene e la resistenza al nazionalismo

Benigni non dimentica le radici dell’ideale europeo, ricordando i padri fondatori Spinelli, Rossi, Colorni, e il leggendario episodio del manifesto nascosto in un pollo arrosto per sfuggire alla censura fascista. Una storia che diventa emblema di una resistenza morale e intellettuale all’autoritarismo, oggi più che mai attuale.

Sul nazionalismo, l’attore è netto: “Il nazionalismo è la guerra. Bisogna guardarsi da chi mette il proprio Paese sopra tutto, sono pericolosissimi. Io sono un patriota, ma non un nazionalista”. Parole che suonano come un richiamo al senso critico e alla responsabilità civica, in un’epoca di crescenti tensioni sovraniste.

Una promessa ironica e un appello al pubblico

Il finale è ancora una volta affidato all’ironia: “Voglio il tavolo di ciliegio di Berlusconi, voglio firmare con la biro un accordo con gli italiani”, esclama Benigni. Vespa sorride: “Facciamo finta che questo lo sia”. E il comico firma simbolicamente, promettendo: “Se comprate questo libro, offro un milione di posti di lavoro”.

Tra gag teatrali, passione civile e visione politica, Benigni ha portato in TV un momento raro di approfondimento e leggerezza, ribadendo che l’Europa è un sogno reale, da difendere con intelligenza, cultura e memoria. Un intervento che ha restituito al grande pubblico il valore profondo dell’impegno europeo, tra il ricordo e la speranza.

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