
Una carriera lunga una vita, spezzata proprio alle soglie della pensione. Il brigadiere Carlo Legrottaglie, 60 anni, è morto nella mattina di ieri durante un inseguimento nel Brindisino, a pochi giorni dal termine del suo servizio nell’Arma dei Carabinieri. Insieme a un collega stava partecipando a un controllo a Francavilla Fontana, quando l’intervento è degenerato in una sparatoria. Il collega è rimasto illeso, mentre uno dei due fuggitivi è deceduto più tardi e l’altro è attualmente sotto fermo.
A raccontare le ultime ore del brigadiere è il luogotenente Marco Guardo, comandante della radiomobile di Francavilla Fontana, che con Legrottaglie aveva condiviso quasi dieci anni di lavoro. «Stavano controllando una vettura sospetta nella zona industriale. Alla vista dei carabinieri, i due uomini a bordo sono fuggiti, anche contromano, fino a schiantarsi contro un palo della rete elettrica», spiega a Fanpage.

Dopo l’incidente, i malviventi hanno tentato la fuga a piedi. Anche Legrottaglie è sceso dall’auto e ha affrontato uno dei due. Ne è nato un violento conflitto a fuoco in cui il brigadiere è stato colpito mortalmente all’addome. L’altro carabiniere ha cercato di inseguire i sospetti, ma è tornato subito indietro per soccorrere il collega, richiamato dalle sue grida. «I sanitari del 118 hanno fatto il possibile – racconta Guardo – ma non c’è stato nulla da fare».
Il brigadiere Legrottaglie prestava servizio a Francavilla dal 2016. «Era un uomo energico, sempre pronto all’azione – lo ricorda Guardo – sembrava più giovane dei suoi anni. Un vero professionista del pronto intervento». Non era solo stimato per le sue doti operative, ma anche per l’umanità con cui trattava colleghi e cittadini.

In caserma tutti lo chiamavano “zio Carlo”, un nomignolo affettuoso che racconta molto del suo ruolo tra i più giovani. «Era il più anziano del reparto, ma anche il più disponibile. Aveva uno spirito paterno, un riferimento per tutti. Era una vera icona per noi», aggiunge il comandante con voce rotta dall’emozione.
Il brigadiere viveva tra famiglia e lavoro. Sposato, con due figlie, era una persona riservata e dedita ai suoi affetti. «Ieri mi ha fatto una battuta – ricorda Guardo – mi ha detto: “Comandante, abbiamo finito, siamo al giro di boa”. Erano i suoi ultimi quattro giorni di servizio».
«Siamo addestrati per soccorrere i cittadini – conclude Guardo – ma trovarsi a soccorrere un fratello in divisa, ferito gravemente, che ti guarda negli occhi e chiede aiuto… sono momenti che non si dimenticano. Eppure andremo avanti, anche per onorare Carlo e quello in cui credeva».

Chi sono i due rapinatori
È stato il 59enne Michele Mastropietro a sparare al brigadiere Carlo Legrottaglie, uccidendolo. Mastropietro è morto poi durante il conflitto a fuoco con la polizia in una masseria a Grottaglie dove si era nascosto con l’altro rapinatore, il 57enne Camillo Giannattasio che è stato arrestato. Per la precisione, è deceduto poco dopo la cattura a causa delle gravi ferite da arma da fuoco riportate durante la sparatoria con le forze dell’ordine. Originario di Carosino, 59 anni, fu, tra l’altro arrestato nel 2013, dagli investigatori della Squadra mobile di Taranto dopo che aveva messo a segno, con altri tre complici, un assalto a un furgone portavalori a Monteiasi sulla strada provinciale che da Taranto conduce a Grottaglie.
L’altro rapinatore, Camillo Giannattasio, 56 anni, anche lui originario di Carosino, risulta invece incensurato. Il secondo fuggitivo, anche lui di Carosino, è stato fermato e trasferito nella questura di Taranto, dove è attualmente sottoposto a interrogatorio.