
Le cifre, spesso impressionanti e talvolta fuorvianti, che emergono dal conflitto in Ucraina continuano a dipingere un quadro desolante delle perdite umane. Il 12 giugno, lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine ha diffuso un dato che ha catturato l’attenzione internazionale.
Le perdite totali dell’esercito russo avrebbero superato il milione di unità dal 24 febbraio 2022, raggiungendo la cifra di 1.000.340 persone. Un numero che, sebbene apparentemente schiacciante, necessita di un’analisi più approfondita per comprendere la sua reale portata e evitare interpretazioni errate.

Il chiarimento
La BBC ha prontamente evidenziato come queste statistiche, pur essendo “impressionanti”, possano dare una “falsa impressione delle perdite reali”. Andrei Kovalev, rappresentante dello Stato Maggiore ucraino, ha fornito un chiarimento cruciale: il milione di unità non si riferisce esclusivamente ai caduti, ma include sia le “perdite irrecuperabili” che quelle “sanitarie”. Questa distinzione è fondamentale per decifrare la complessità dei dati presentati.
Le perdite irrecuperabili, nella definizione ucraina, vanno ben oltre i soli morti in battaglia o i deceduti per le ferite. Comprendono tutti i militari che non possono in alcun modo tornare in servizio nel prossimo futuro. Questa categoria onnicomprensiva include, ad esempio, i soldati congedati per motivi di salute o invalidità, i dispersi in azione, i disertori e coloro che hanno abbandonato la propria unità senza permesso. Non solo, rientrano in questa definizione anche i militari catturati che sono passati al nemico o coloro che sono stati condannati senza il diritto di tornare al fronte. Si tratta quindi di una definizione ampia che riflette la complessità delle dinamiche del campo di battaglia e delle conseguenze a lungo termine del conflitto sul personale militare.
Le perdite sanitarie, d’altra parte, si riferiscono al ritiro temporaneo di un militare a causa di infortunio o malattia, in attesa di una decisione della commissione medica militare. Un aspetto da non sottovalutare è che un singolo militare può essere conteggiato più volte nelle statistiche delle perdite sanitarie, e persino in quelle delle perdite irrecuperabili. Questa possibilità di “doppio conteggio” introduce un ulteriore livello di complessità nell’interpretazione dei dati. Ad esempio, un soldato che ritorna dalla prigionia o da una fuga senza permesso, o che è sfuggito all’accerchiamento (precedentemente considerato disperso), può successivamente continuare a combattere e morire o essere nuovamente catturato, venendo così conteggiato più volte nelle diverse categorie di perdite.

La ripartizione tra le categorie
Ciò che lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev non specifica è la ripartizione tra queste diverse categorie: non viene indicato quanti soldati russi siano effettivamente morti e quale percentuale delle perdite sia da considerarsi “irrecuperabile” nel senso stretto del termine (cioè, non più reintegrabile nelle forze armate). Questa mancanza di dettaglio rende difficile un confronto diretto con altre stime che si concentrano più specificamente sui decessi.
Nonostante la cifra complessiva del milione di unità, altre fonti e dichiarazioni ufficiali offrono prospettive diverse sulle perdite russe, focalizzandosi in particolare sui decessi. Il 25 febbraio 2024, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dichiarò che 180.000 soldati russi erano morti. Un anno dopo, il comandante in capo delle Forze Armate ucraine, Oleksandr Syrsky, affermò che le perdite irreparabili dell’esercito russo ammontavano a 250.000 persone. Sebbene questa cifra sia notevolmente inferiore al milione, è importante ricordare che anche la definizione di “perdite irreparabili” di Syrsky potrebbe differire da quella di “caduti”.