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Fallisce un gigante dell’economia italiana: 1600 lavoratori a rischio

Pubblicato: 13/06/2025 22:17

L’11 giugno è arrivato come un colpo durissimo per Torino. La storica Magneti Marelli, colosso della componentistica automobilistica, ha ufficialmente avviato la procedura di protezione fallimentare secondo il Chapter 11 negli Stati Uniti. L’azienda, in gravi difficoltà finanziarie, ha spiegato che la scelta è stata inevitabile per tentare un rilancio, ma la notizia ha scatenato forti preoccupazioni, soprattutto nei due stabilimenti piemontesi e nel centro di ricerca e sviluppo a Venaria.

Fondata nel 1919 da Giovanni Agnelli ed Ercole Marelli, la società ha vissuto a lungo sotto l’ala della Fiat, prima di passare ai giapponesi di CK Holdings e infine al fondo americano KKR, oggi proprietario. Oggi, schiacciata da oltre 4 miliardi di debiti, Marelli spera in un rilancio grazie a un potenziale accordo con il gruppo indiano Motherson, con cui le trattative sarebbero in corso da mesi.

I numeri dietro l’emergenza

Il destino di 1.600 lavoratori solo nell’area di Venaria, su circa 6.000 in tutta Italia, è appeso a una trattativa internazionale che si gioca tra aule giudiziarie americane e tavoli negoziali tra fondi. “Siamo preoccupati, e non solo per i lavoratori torinesi”, avverte Toni Inserra della Fiom Cgil. “Il settore è allo sbando. Il nodo vero resta Stellantis. Finché non si chiarisce il ruolo del gruppo in Italia, la filiera resterà in affanno”.

Un gioiello tecnologico a rischio

Secondo molte voci interne all’azienda, la crisi non è solo congiunturale, ma strutturale. Il crollo del cliente Nissan pesa, ma il vero problema, dicono, è una mancanza di visione strategica. Il centro di ricerca di Venaria è considerato un’eccellenza, ma ora rischia di essere sacrificato sull’altare di una complessa manovra finanziaria. “Nonostante tutto, Marelli in Italia resta un’azienda innovativa e va difesa”, sostiene Enrico Dettori della Fim Cisl.

Sindacati e governo si mobilitano

Il 19 giugno si aprirà un confronto istituzionale al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, mentre le principali sigle sindacali hanno già chiesto un tavolo permanente. “Abbiamo ottenuto un incontro urgente — si legge in una nota congiunta — ma ora serve un impegno concreto del governo”.

Se l’accordo con i finanziatori (approvato già dall’80% di loro) dovesse tenere, Marelli potrebbe salvarsi. Ma una mancata soluzione potrebbe travolgere non solo l’azienda, ma anche l’intero indotto torinese.

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Ultimo Aggiornamento: 13/06/2025 22:18

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