
La puntata dell’11 giugno 2025 di “Chi l’ha visto?” è tornata ad occuparsi del delitto di Garlasco, concentrandosi su nuovi elementi legati all’indagato Andrea Sempio. La trasmissione ha aperto con un misterioso messaggio pubblicato su Facebook da un amico di Sempio, morto suicida: “C’era una ragazza così, chi lo sa?” è la possibile decodifica che ha attirato l’attenzione di stampa e opinione pubblica. L’inviato ha suggerito anche un’altra interpretazione: “C’è una ragazza che lo sa”.
L’avvocato Gian Luigi Lovati, legale di Sempio, ha elogiato chi ha cercato di interpretare il messaggio criptico, ma ha rilanciato la sua ipotesi, secondo cui l’omicidio sarebbe stato eseguito da un sicario. Gli inquirenti, tuttavia, si starebbero muovendo sulla pista di una presenza multipla nella scena del crimine. In collegamento, l’altra avvocata del ragazzo, Angela Taccia, ha sottolineato due frasi sospette pronunciate dall’amico di Sempio prima del suicidio: “Ma cosa ha fatto?” e “Abbiamo fatto tutto insieme”.

Secondo la Procura di Pavia, Andrea Sempio è indagato per omicidio in concorso, con altri soggetti o insieme ad Alberto Stasi, già condannato per l’uccisione di Chiara Poggi. Durante la trasmissione è stata trasmessa la celebre telefonata al 118 in cui Stasi segnala il ritrovamento del corpo. A fine chiamata, si sente una voce dire il nome “Andrea”, elemento ora riascoltato con rinnovata attenzione.
Il padre di Andrea Sempio è stato intervistato in esclusiva e ha ribadito con fermezza che, la mattina del delitto, il figlio si trovava a casa con lui. “Ci portiamo questa storia dal 2017, ma sappiamo con certezza dov’era Andrea quel giorno”, ha detto. Ha anche criticato la pressione mediatica: “Garlasco sembra avere più testimoni che abitanti”. Pur esprimendo comprensione per il dolore della famiglia Poggi, ha affermato: “Anche noi meritiamo rispetto”. Federica Sciarelli ha posto un quesito chiave: “Se Andrea era a casa, chi sono gli altri?”.

Un servizio ha ricostruito in dettaglio i momenti che precedono l’omicidio. Chiara disattiva l’allarme alle 9.12, poi fa colazione. La sua morte sarebbe avvenuta poco dopo. Intanto, una vicina nota una bicicletta nera che poi scompare. Il visitatore del mattino – dice la ricostruzione – doveva essere qualcuno che Chiara conosceva bene, tanto da farlo entrare mentre era ancora in pigiama. Alle 9.36 Stasi accende il PC da casa, poi chiama Chiara più volte e infine va a casa sua, dove la trova morta. Secondo i giudici, però, questa sequenza è una messinscena.
Sempio ha sempre sostenuto di essere uscito solo in un secondo momento, per recarsi a Vigevano. Il padre conferma la versione, la madre ha scelto di non rispondere. Il telefono del ragazzo, però, si aggancia alla cella di Garlasco. Inoltre, le impronte ritrovate sulla scena sono del numero 42, mentre Andrea calza il 44. Emergono dubbi anche su altre figure vicine alla vittima, come le gemelle Cappa, sue cugine, citate da un testimone che poi ha ritrattato.
Il padre di Sempio ha anche spiegato che fu la moglie a suggerire di conservare lo scontrino del libro comprato a Vigevano, come alibi. Ma oggi vive con rabbia e sfiducia: “La gente ti guarda in un altro modo”. L’avvocato Lovati ha puntato il dito sul fatto che, in 18 anni di processo, non si è mai parlato di concorso. Ora, invece, la procura introduce questa nuova accusa, senza spiegazioni.
Infine, Lovati ha duramente criticato la riapertura del caso: “Perché solo ora si parla di un possibile concorso con Stasi o altri ignoti? Stasi, che fine ha fatto in questa narrazione?”. Ha ribadito che Stasi ha sempre raccontato versioni piene di incongruenze, e ha concluso: “La verità è che Stasi ha coperto qualcuno. Ma le bugie, prima o poi, vengono a galla”.