
Un’atmosfera di profonda commozione ha avvolto Ostuni, mentre la comunità si riuniva per dare l’ultimo saluto a Carlo Legrottaglie, il brigadiere capo ucciso a Francavilla Fontana durante un conflitto a fuoco con due ladri in fuga. I funerali si sono svolti nella parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa, dove Legrottaglie è stato ricordato come un uomo dedito al servizio, che ha pagato con la vita il suo impegno verso la collettività. L’intero paese si è stretto attorno alla famiglia del carabiniere, partecipando con affetto a una cerimonia intensa e toccante.
Leggi anche: Legrottaglie, indagati per omicidio i poliziotti che hanno sparato al killer: la polemica
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è giunto in chiesa accolto da un lungo applauso, un gesto simbolico di rispetto e gratitudine. Dopo aver abbracciato la moglie di Legrottaglie e le due figlie gemelle, il presidente ha assistito alla funzione religiosa officiata da monsignor Gian Franco Saba. Durante l’omelia, monsignor Saba ha sottolineato l’importanza del sacrificio di Legrottaglie: “Nella sua ferialità e nella quotidianità ha offerto la sua vita, adempiendo al proprio dovere con generosità e amore.”
Un tributo solenne e commosso
La bara, avvolta dal tricolore, è stata portata a spalla da otto carabinieri in alta uniforme, attraversando un picchetto d’onore silenzioso. Questa scena ha lasciato un’impronta indelebile nella memoria collettiva, rappresentando l’ultimo saluto a un servitore dello Stato accompagnato con tutti gli onori. Monsignor Saba ha ribadito: “Ha dato tutto, sino all’ultimo, nonostante i tempi di riposo previsti.”

All’evento hanno partecipato anche le più alte autorità istituzionali e militari: i ministri della Difesa e dell’Interno, Guido Crosetto e Matteo Piantedosi, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Salvatore Luongo.
L’impegno dello Stato e il sacrificio personale
La morte di Carlo Legrottaglie rappresenta non solo una tragica notizia di cronaca, ma una ferita nel concetto stesso di servizio pubblico. La sua storia, quella di un uomo semplice e di un carabiniere, diventa oggi un simbolo del legame tra istituzioni e collettività. Come ha detto monsignor Saba: “Vi è più gioia nel dare che non nel ricevere.” Questo spirito continuerà a essere ricordato, testimoniando un impegno e un sacrificio che non saranno dimenticati.
