Le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, avvenuto 18 anni fa, potrebbero raggiungere una svolta cruciale. Recenti sviluppi suggeriscono un’ipotesi che potrebbe cambiare tutto ciò che si conosce finora sul caso.
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Fino ad oggi, l’arma del delitto non è mai stata trovata, complicando notevolmente le indagini. Tuttavia, una nuova scoperta potrebbe mettere in discussione la condanna definitiva inflitta ad Alberto Stasi.
Un nuovo sguardo sulle armi usate
Secondo quanto riportato da Il Giornale, potrebbe essere sempre più probabile che siano state usate più armi per uccidere Chiara. Il corpo della vittima presentava ferite da arma da taglio e segni di pugni. La relazione del medico legale sull’autopsia evidenziava: “Ove non si voglia ipotizzare l’impiego di più strumenti, si deve altresì riconoscere che lo strumento in discussione è stato talvolta impiegato in modo non contusivo”.

Questi elementi rafforzano la teoria della presenza di due assassini sulla scena del crimine, un’ipotesi che le nuove indagini stanno considerando con sempre maggiore attenzione.
Possibili implicazioni di una scoperta scioccante
Le ferite da taglio sul corpo di Chiara erano “una per lato, prevalentemente trasverse”, suggerendo l’uso di un mezzo con un filo tagliente o una punta acuminata che ha agito superficialmente. Il corpo contundente utilizzato più volte non sembra identificabile con uno strumento comune.

Inoltre, le “ecchimosi in regione peri-orbitale” potrebbero essere state causate da pugni. Il Giornale aggiunge che Alberto Stasi e Andrea Sempio, quest’ultimo indagato nel nuovo filone, non si conoscevano, suggerendo che uno dei due potrebbe non essere coinvolto nell’omicidio.
