Vai al contenuto

Due indagati per la morte di Giorgia Marino: dubbi sul post trauma

Pubblicato: 14/06/2025 15:12

Non è bastato uno scontro per spezzare la vita di Giorgia Marino, giovane mamma di 26 anni morta dieci giorni dopo un incidente avvenuto in piazza Cattaneo a Torino. A finire sotto inchiesta sono ora due uomini: un automobilista 70enne, che secondo i testimoni avrebbe svoltato a sinistra senza dare la precedenza, e un 38enne torinese, proprietario di un’auto parcheggiata in divieto di sosta, contro la quale la moto sarebbe finita dopo l’impatto. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e cooperazione nel delitto colposo.

L’incidente è avvenuto la mattina del 30 maggio 2025. Giorgia viaggiava sulla sua Benelli TRK in direzione del lavoro, al centro Amazon di Grugliasco. Dopo la collisione con l’auto in manovra, è stata sbattuta contro le auto parcheggiate, tra cui quella del 38enne ora indagato. Ricoverata in condizioni disperate al Cto, ha lottato per dieci giorni contro un quadro clinico gravissimo: fratture multiple, lesioni interne, una perforazione polmonare, la milza lacerata. È morta l’8 giugno. Lascia un compagno, una bambina di quattro anni e una comunità scossa.

A complicare ulteriormente il caso, è arrivato un esposto in Procura presentato dalla famiglia tramite l’avvocato Alessandro Dimauro, che chiede chiarimenti sull’operato dei medici: Giorgia è stata sottoposta a due interventi chirurgici in pochi giorni, e i parenti vogliono sapere se queste scelte abbiano avuto un ruolo nel decesso. L’autopsia, prevista inizialmente per ieri, è stata rinviata: l’avvocato Andrea Cagliero, legale del proprietario dell’auto in sosta vietata, ha infatti avanzato richiesta di incidente probatorio, per accertare l’eventuale nesso causale tra l’impatto contro il veicolo e la morte della giovane. Cagliero ha inoltre chiesto che l’accertamento tecnico venga esteso anche al personale medico.

In attesa delle decisioni della Procura e della nuova data per l’autopsia, il caso di Giorgia Marino si amplia e tocca questioni urbanistiche, sanitarie e giudiziarie: non solo le responsabilità di chi era alla guida, ma anche quelle di chi ha intralciato la strada, e forse di chi ha cercato di salvarla.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure