Vai al contenuto

Legrottaglie, indagati per omicidio i poliziotti che hanno sparato al killer: la polemica

Pubblicato: 14/06/2025 17:56

La giustizia italiana impone un controllo puntuale su ogni uso delle armi da fuoco da parte delle forze dell’ordine, e la procedura prevede un avviso di garanzia per consentire la piena partecipazione di chi ha premuto il grilletto alle fasi dell’indagine.
Leggi anche: “Cosa ha fatto Mattarella”. Carabiniere ucciso, il gesto del presidente commuove al funerale dI Legrottaglie

I sindacati di categoria sostengono da tempo che questa prassi gravi sull’operatore e rallenti la carriera, mentre l’opinione pubblica si divide tra il bisogno di trasparenza e la tutela di chi affronta criminali armati in strada.
Il dibattito cresce dopo ogni scontro a fuoco e riaccende la richiesta di norme più snelle, perché gli agenti chiedono tutele immediate e le famiglie delle vittime vogliono risposte rapide.

La ricostruzione dei fatti

Giovedì pomeriggio due poliziotti intercettano Michele Mastropietro e Camillo Giannattasio nelle campagne dove i fuggitivi cercano di eludere i controlli dopo l’omicidio Legrottaglie, e il confronto armato si accende in pochi secondi.
I colpi partono da entrambe le parti e un proiettile colpisce il cinquantanovenne Mastropietro, mentre il complice finisce a terra disarmato e ammanettato; i due agenti riportano solo graffi e lividi ma parlano di un rischio concreto per la loro vita.

Il pubblico ministero Francesco Ciardo apre un fascicolo per omicidio colposo con ipotesi di eccesso nell’uso legittimo delle armi, notifica l’avviso di garanzia agli agenti e fissa l’autopsia sul corpo di Mastropietro per martedì mattina.

Scontro a fuoco nelle campagne

I magistrati raccolgono bossoli, armi e rilevazioni balistiche, stilano la prima relazione e ascoltano i testimoni che abitano nei casolari vicini, mentre gli investigatori sequestrano l’auto usata dai fuggitivi e recuperano mappe con itinerari della fuga.
Gli inquirenti esaminano le comunicazioni radio della pattuglia, verificano la distanza dello scontro e analizzano i filmati delle body‑cam indossate dagli agenti durante l’operazione.
La vedova di Mastropietro, i tre fratelli e i tre figli minorenni ottengono lo status di parti offese e potranno nominare consulenti per partecipare agli accertamenti irripetibili.

Sindacato attacca la norma

Il segretario del Sap, Stefano Paoloni, critica l’iscrizione automatica degli agenti nel registro degli indagati, richiama il Governo alla promessa di riforma e chiede all’amministrazione di rappresentare i colleghi nella fase iniziale delle indagini.
Paoloni sottolinea che i poliziotti potranno contare su un anticipo di spese legali che sale a diecimila euro per ogni grado di giudizio, elogia il decreto sicurezza appena approvato ma spinge per un ulteriore passo che escluda l’avviso in presenza di cause di giustificazione.
Il sindacato ribadisce la vicinanza ai due indagati e ricorda che i poliziotti hanno fermato assassini armati senza esitare, definendo “ingiusto” un possibile processo penale per operatori che, a suo dire, hanno evitato altre vittime.

Famiglia del brigadiere e comunità in lutto

Carabiniere Ucciso Mattarella

Le gemelle di Carlo Legrottaglie piangono il padre durante una veglia nella caserma dove il brigadiere capo prestava servizio, mentre i colleghi espongono la foto del militare con il nastro nero sulla bacheca; i cittadini depongono fiori e biglietti di ringraziamento.
Le autorità militari organizzano un funerale con onori in forma solenne, invitano la banda dell’Arma e annunciano una medaglia alla memoria per il brigadiere che ha tentato di fermare i due latitanti.
Il ministro dell’Interno elogia il lavoro delle pattuglie miste che hanno cinturato le campagne, precisa che lo Stato non arretra davanti alla violenza e promette il massimo sostegno nei costi processuali degli agenti coinvolti.

Il caso riaccende il confronto tra sicurezza operativa e garanzie giuridiche, mostra la tensione che accompagna ogni pattuglia in servizio e solleva domande su una legge che molti giudicano anacronistica.
L’Italia discute da anni di una possibile riforma, le bozze restano nei cassetti e gli agenti continuano a chiedere certezze, mentre i magistrati difendono la necessità di verificare ogni sparo che colpisce un uomo.
La cronaca racconta una tragedia doppia: un carabiniere caduto durante l’arresto di due fuggitivi e un sospetto morto sotto il fuoco di agenti che tentavano di bloccarlo, la politica dovrà trovare un equilibrio tra responsabilità penale e tutela di chi veste la divisa.

Le dichiarazioni del SAP

Il segretario generale del SAP, Stefano Paoloni, sottolinea: “I colleghi hanno fatto il loro dovere per fermare pericolosi assassini armati che non avevano esitato ad uccidere il carabiniere Legrottaglie. Hanno rischiato la loro vita per assicurare alla giustizia due efferati delinquenti e ora rischiano il processo”.

“È un atto di garanzia che consentirà ai colleghi di partecipare a tutte le fasi del processo e anche ad eventuali incidenti probatori, ma dovranno farlo con i loro avvocati e sino a quando non terminerà il procedimento avranno la carriera bloccata. Almeno con l’approvazione del decreto sicurezza l’anticipo delle spese legali per fatti di servizio è passato da 5 mila euro complessivi a 10 mila euro per fase del procedimento penale”.

Il Segretario Generale si scaglia contro la procedura normativa. “È ora di cambiare la norma e quando sussistono cause di giustificazione del reato quali l’uso legittimo delle armi, la legittima difesa e l’adempimento del dovere non si proceda più con l’avviso di garanzia automatico ma siano prima effettuati accertamenti di garanzia nei quali sia la nostra amministrazione a dover rappresentare gli operatori nelle prime fasi di verifica”. Infine conclude Paoloni: “Siamo vicini ai due colleghi indagati in questa loro difficile fase del loro percorso professionale e siamo certi che sapranno dimostrare la regolarità del loro agire, auspichiamo infine che le verifiche siano il più celeri possibili. Il Paese deve essere grato ai nostri due colleghi per aver rischiato la vita per assicurare alla giustizia pericolosi criminali. Chi fa il proprio dovere deve essere premiato e non messo sotto processo”.

Le dichiarazioni del vicepresidente Commissione Affari Costituzionali, Riccardo De Corato

omicidio carlo legrottaglie

Al SAP si aggiunge la voce di Riccardo De Corato, esponente di Forza Italia e vicepresidente Commissione Affari Costituzionali alla Camera.

“Ci lascia l’amaro in bocca l’avviso di garanzia per gli agenti che hanno fermato gli assassini del povero carabiniere Legrottaglie: capisco che si tratta di un atto dovuto e rispetto l’iter della giustizia, ma questo non mi impedisce di essere solidale con questi ragazzi che hanno fatto semplicemente e fino in fondo il proprio dovere”.

“Nel decreto Sicurezza abbiamo aumentato da 5000 a 10000 euro l’anticipo per le spese legali per cause legate al servizio. In questo modo, per fortuna – aggiunge – alla beffa non si aggiunge anche il danno economico”. Inoltre, “è evidente che su questa fattispecie come su tante altre – conclude – sarà opportuno intervenire ancora per tutelare le forze dell’ordine che, rischiando la propria vita, garantiscono la sicurezza dei cittadini onesti”.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2025 18:24

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure