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Guerra Israele Iran, non solo le Borse: se chiudono gli Stretti economia mondiale a rischio crollo

Pubblicato: 15/06/2025 14:48

L’attacco israeliano in Iran e i timori di un’escalation militare stanno già scuotendo l’economia globale. Solo l’Euro Stoxx 50, l’indice che raccoglie le principali aziende dell’Eurozona, ha perso 62 miliardi di euro. La Borsa di Milano ha bruciato oltre 10 miliardi, mentre cresce la paura per il rialzo dei prezzi di petrolio e gas, spinto dalla minaccia di chiusura dello stretto di Hormuz, passaggio strategico per il 30% del greggio mondiale e il 20% del Gnl.
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Se il conflitto tra Israele e Iran dovesse continuare, o peggio allargarsi, lo scenario potrebbe peggiorare in fretta: Jp Morgan e Federpetroli ipotizzano un prezzo del petrolio tra 120 e 130 dollari al barile, contro i 75 dollari registrati già venerdì (+8%). Il gas naturale non sarebbe da meno, dato che lo stretto è cruciale per i carichi dal Qatar diretti in Europa, Asia e Cina.

Navigazione e commercio mondiale sotto scacco

La chiusura dello Stretto di Hormuz non è più solo un’ipotesi teorica: Esmail Kosari, membro della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale di Teheran, l’ha ventilata apertamente. Intanto, le tariffe per il trasporto merci nel Mar Rosso sono salite del 20% in pochi giorni, a causa del rischio di attacchi pirati e della crescente instabilità nella regione.

L’effetto domino è dietro l’angolo: una nuova corsa di petrolio e gas alimenterebbe un ritorno dell’inflazione, già gonfiata dai rincari del 2022. “Dopo i rialzi record, i prezzi non sono mai tornati ai livelli precedenti“, avverte Federico Polidoro della Banca Mondiale. Una nuova crisi energetica significherebbe “un corto circuito inflazionistico”, con pesanti conseguenze per famiglie e imprese.

Oro e dollaro tornano bene rifugio, Fed cauta sui tassi

I mercati, intanto, corrono verso i beni rifugio: l’oro è salito fino all’1,7% a 3.463 dollari l’oncia, sfiorando i massimi di aprile. Il dollaro ha guadagnato lo 0,7%. In parallelo, gli indici di Wall Street sono scesi: il Dow Jones ha perso oltre l’1,5% (più di 650 punti), lo S&P 500 l’1% e il Nasdaq l’1,16%. Anche l’Europa è in rosso, Londra limita i danni con un -0,39%.

Nel frattempo, le banche centrali si preparano a rivedere le mosse sui tassi: mercoledì la Federal Reserve potrebbe lasciarli invariati per contenere le nuove spinte inflazionistiche.

Se lo stretto di Hormuz e il Mar Rosso diventassero impraticabili, il commercio mondiale, già sotto pressione per i dazi di Trump, potrebbe affrontare uno shock devastante, con rotte più lunghe, costi di trasporto alle stelle e prezzi in salita per tutte le filiere produttive.

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Ultimo Aggiornamento: 15/06/2025 17:04

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